Roma – “La celiachia rappresenta la più frequente patologia autoimmune in età pediatrica che coinvolge l’intestino, e in molti casi non viene riconosciuta in modo tempestivo, il che può provocare complicazioni che si verificano durante la crescita”. A spiegarlo in occasione della Giornata mondiale della celiachia è Claudio Romano, Presidente della Società Italiana di Gastroenterologia ed Epatologia Pediatrica (Sigenp), riportando il quadro epidemiologico e i rischi associati alla celiachia. “Nonostante il crescente interesse nei confronti di questa condizione – aggiunge l’esperto – restano moltissimi casi non diagnosticati. Un recente studio Sigenp, che ha coinvolto circa novemila bambini italiani, ha evidenziato che circa due casi su tre non vengono riconosciuti. Riportata sulla rivista Digestive and Liver Disease, l’indagine è stata condotta sui giovani partecipanti con predisposizione genetica per la condizione, il che ha permesso un’individuazione capillare dei soggetti a maggior rischio”. Sebbene non esista una vera e propria cura per la celiachia, il Presidente Sigenp precisa che la celiachia rappresenta l’unica condizione autoimmune con causa nota, per questo, eliminando il fattore scatenante, il paziente può condurre uno stile di vita relativamente normale. “Oggi è piuttosto difficile effettuare una diagnosi – osserva Romano – perché i sintomi sono più sfumati rispetto a qualche anno fa. C’è da dire che nei primi tre anni di vita la condizione di manifesta in modo più tipico, con pancino gonfio, riduzione della crescita, irritabilità e pallidume del bambino. Con l’avanzare dell’età, però, i sintomi possono svilupparsi anche al di fuori dell’intestino, ad esempio causando anemia, psoriasi o insorgere di altre malattie autoimmuni”. “Riconoscere la celiachia in giovane età è fondamentale – aggiunge – perché permette di limitare i rischi e le possibili complicanze ad essa associate, come ad esempio diabete, problemi alle ossa o malattie della pelle. Se la condizione insorge nella fase di sviluppo, inoltre, può comportare un ritardo di crescita, per cui i centimetri persi non possono più essere recuperati”. La principale difficoltà legata al riconoscimento della celiachia, quindi, riguarda in primis la grande varietà di sintomi che possono comparire, ma anche il fatto che la condizione può insorgere anche in età avanzata, restando silente per buona parte della vita del paziente. “C’è poi il fenomeno dei ‘finti celiaci’ da considerare nei numeri associati all’insorgenza di questa condizione – commenta il Presidente Sigenp – oggi molte persone soffrono di disturbi funzionali gastrointestinali, il più comune dei quali è il colon irritabile, che si presenta nel 35-40 per cento della popolazione generale. In queste situazioni, i soggetti che eliminano o riducono l’apporto di glutine sperimentano benefici, ma non esiste una vera diagnosi di celiachia. Si tratta piuttosto di scelte soggettive che non possono essere considerate nella stima del tasso di insorgenza della celiachia”. “Ad ogni modo – conclude Romano – ci sono ancora molti interrogativi in merito a questa condizione così diffusa, e speriamo che i prossimi studi potranno far luce sulle domande ancora irrisolte in merito alla celiachia”. (30science.com)
Valentina Di Paola
Giornata mondiale della celiachia, Romano (Sigenp), una malattia sottostimata
(16 Maggio 2023)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).