Roma – Le popolazioni di giraffe ospitate negli zoo e nei ranch privati degli Stati Uniti, a lungo considerate una riserva di sicurezza per la specie, risultano ampiamente ibridate tra specie diverse, riducendo drasticamente il loro valore per i programmi di conservazione. Lo rivela uno studio condotto dall’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign e da Morfeld Research & Conservation, pubblicato sul Journal of Heredity.
Analizzando il DNA di 52 giraffe in cattività e confrontandolo con quello di 63 esemplari selvatici appartenenti alle quattro specie riconosciute, i ricercatori hanno scoperto che solo otto individui presentano una corrispondenza genetica vicina al 90% con una singola specie, mentre la maggior parte mostra un mix di due o più linee genetiche. “Sarebbe necessario riavviare i programmi di allevamento in cattività con nuove scorte provenienti dalla natura – ha dichiarato Alfred Roca, autore principale e professore di scienze animali – se si vogliono mantenere popolazioni di riserva realmente utili per la conservazione”.
La ricerca evidenzia che la perdita di purezza genetica deriva da una politica introdotta nel 2004 dall’Associazione degli Zoo e degli Acquari (AZA), che ha gestito gli allevamenti di giraffe come un’unica unità “generica”, favorendo inconsapevolmente l’ibridazione. Secondo i ricercatori, le decisioni di accoppiamento basate su criteri comportamentali o estetici, e non genetici, hanno ulteriormente accelerato il processo.
Gli autori propongono di eliminare gradualmente gli animali ibridi dai programmi di riproduzione, mantenendoli come ambasciatori della specie, e di introdurre nuove tecnologie riproduttive per trasferire materiale genetico da popolazioni africane, evitando lo spostamento fisico degli animali. “La conservazione delle giraffe richiede collaborazione internazionale, fiducia reciproca e investimenti nel ripristino delle popolazioni selvatiche – ha affermato Kari Morfeld, coautrice dello studio –. Solo così le future generazioni potranno ancora vedere le giraffe nei loro habitat naturali”.(30Science.com)

