Lucrezia Parpaglioni

Nuova terapia mostra un potenziale blocco della degenerazione maculare secca

(3 Novembre 2025)

Roma – Un nuovo approccio terapeutico basato sul riscaldamento controllato del tessuto oculare tramite luce laser a infrarossi vicini ha dimostrato un potenziale per arrestare la progressione della degenerazione maculare secca, AMD, attivando i meccanismi cellulari di riparazione e l’autofagia, e inizierà le sperimentazioni cliniche in Finlandia nella primavera del 2026. La ricerca è stata guidata dal gruppo di ricerca di Ari Koskelainen, dell’Università Aalto. I risultati della ricerca sono stati pubblicati nella rivista scientifica Nature Communications.  La degenerazione maculare legata all’età, AMD, in particolare la sua forma secca, è una delle principali cause di cecità centrale negli anziani; questa colpisce circa un terzo degli individui sopra gli ottanta anni. La patologia è caratterizzata dall’accumulo di depositi proteici e lipidici, noti come drusen, sotto la retina, innescati dall’indebolimento dei meccanismi protettivi cellulari e da un intenso stress ossidativo. Nonostante l’elevata prevalenza, non esiste attualmente un trattamento efficace per arrestare la progressione dell’AMD secca. I ricercatori hanno sviluppato un promettente metodo per contrastare l’accumulo di drusen e lo stress ossidativo attraverso l’applicazione di shock termici controllati localizzati. L’approccio utilizza la luce laser nell’infrarosso vicino per riscaldare il tessuto del fondo oculare di pochi gradi. Un elemento importante della metodologia è il monitoraggio simultaneo e preciso della temperatura dietro la retina, per evitare danni termici ai tessuti. Il meccanismo d’azione mira a rafforzare la funzionalità cellulare, attivando due principali risposte di guarigione e smaltimento a livello molecolare. ll calore innesca la produzione di queste proteine, che agiscono come “chaperon” molecolari per riparare le proteine cellulari mal ripiegate e ripristinarne la conformazione nativa. Se gli aggregati proteici si sono già formati, lo shock termico attiva l’autofagia, un processo catabolico in cui le membrane lipidiche inglobano gli accumuli danneggiati, simili ai drusen, permettendo agli enzimi lisosomiali di scomporli e riciclarli. Le sperimentazioni cliniche sui pazienti inizieranno in Finlandia nella primavera del 2026. La prima fase mirerà a garantire la sicurezza dell’approccio terapeutico negli esseri umani. Successivamente, si cercherà di stabilire la frequenza ottimale con cui il trattamento deve essere ripetuto, poiché la risposta cellulare indotta può diminuire dopo pochi giorni. I ricercatori hanno fondato la start-up Maculaser con l’obiettivo di commercializzare la scoperta. In un’implementazione ottimistica, si prevede che il metodo possa essere disponibile nelle cliniche oculistiche ospedaliere entro tre anni dalla data di pubblicazione. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.