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Svizzera, manto nevoso diminuisce di otto centimetri a decennio

(21 Ottobre 2025)

Roma – La neve sulle Alpi svizzere si sta riducendo in modo significativo: l’altezza media del manto nevoso tra novembre e aprile è diminuita di circa otto centimetri per decennio nelle ultime sei decadi. Lo rivela un nuovo modello climatologico sviluppato dal WSL Institute for Snow and Avalanche Research (SLF) in collaborazione con MeteoSvizzera e presentato nel progetto SPASS (Spatial Snow Climatology for Switzerland). I risultati, pubblicati anche come preprint su EGUsphere, permettono per la prima volta di visualizzare le tendenze della neve su scala nazionale e per diversi livelli di altitudine. “È la prima volta che siamo riusciti a mostrare le tendenze su un’area così vasta e a diverse quote” – ha spiegato Christoph Marty, climatologo dell’SLF – “e possiamo vedere chiaramente le conseguenze del cambiamento climatico”.

Variazione assoluta dell’altezza media della neve da novembre ad aprile tra il 1962 e il 2023 in centimetri per decennio: nelle zone di alta montagna il calo è nettamente superiore rispetto all’Altopiano, già caratterizzato da scarse precipitazioni nevose. I terreni sopra i 3000 m s.l.m. sono contrassegnati in grigio scuro. Nelle aree striate la variazione non è statisticamente significativa. (Grafico: Christoph Marty / SLF).

Il modello SPASS ricostruisce la distribuzione e lo spessore della neve in Svizzera dal 1962 a oggi, suddividendo il territorio in celle di un chilometro quadrato e in fasce altitudinali di 500 metri. I ricercatori hanno integrato i dati di oltre 350 stazioni di misura degli ultimi venticinque anni per affinare le simulazioni. Le stime risultano più affidabili sopra gli 800 metri di quota, dove le misurazioni dirette sono più abbondanti. Nell’Altopiano centrale, dove la neve è già scarsa, la diminuzione assoluta è modesta – meno di un centimetro per decennio – ma il calo percentuale risulta più marcato, tra il 10 e il 20 % ogni dieci anni. A 2.000 metri, la riduzione è intorno al 4 % per decennio, mentre oltre i 3.000 metri il trend non è statisticamente significativo. “In montagna – ha aggiunto Marty – si perdono più centimetri in valore assoluto, ma la tendenza più drastica, in proporzione, è a bassa quota”. I risultati di SPASS sono già utilizzati in diversi ambiti, dalla ricerca climatica al turismo invernale. Il modello, gestito dal Servizio operativo idrologico della neve (OSHD), sarà integrato nell’app White Risk, utilizzata da sportivi e operatori per la prevenzione valanghe. Anche MeteoSvizzera prevede di rendere pubblici i dati climatologici derivati dal sistema. Secondo gli autori, la perdita progressiva di manto nevoso documentata da SPASS conferma gli effetti del riscaldamento globale sull’arco alpino e fornisce una base scientifica solida per pianificare l’adattamento del turismo e della gestione idrica in alta quota. “La diminuzione della neve – ha concluso Marty – è uno dei segnali più chiari del cambiamento climatico in atto nelle Alpi”.(AGI)

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