Valentina Di Paola

Nord America, le calotte glaciali hanno aumentato il livello del mare

(9 Ottobre 2025)

Roma – Lo scioglimento delle calotte glaciali del Nord America ha avuto un ruolo molto più importante nel determinare l’innalzamento del livello del mare globale alla fine dell’ultima era glaciale rispetto a quanto ipotizzato finora. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, condotto dagli scienziati della Tulane University, dell’Università di Ottawa, della Memorial University in Canada, della Maynooth University in Irlanda e dell’Università della Florida del Sud. Il team, guidato da Torbjörn Törnqvist e Udita Mukherjee, ha confrontato diversi campioni prelevati dal Delta del Mississippi con quelli raccolti in Europa e Sud-est asiatico. Sono emerse differenze sorprendenti nei tassi di innalzamento del livello del mare, che possono essere spiegate solamente ipotizzando uno scioglimento esteso dei ghiacci nordamericani. Questi risultati, commentano gli esperti, ribaltano decenni di convenzioni su come la Terra sia emersa dalla fine dell’ultima era glaciale, e potrebbero rimodellare le ipotesi sui rischi del cambiamento climatico. In effetti, spiegano gli autori, per diversi anni si è pensato che nell’ultima era glaciale, tra 8.000 e 9.000 anni fa, fosse stata l’Antartide a contribuire in modo più significativo all’innalzamento del livello del mare. In realtà, il nuovo lavoro suggerisce il contrario, tanto che il ritiro delle calotte glaciali nordamericane potrebbe aver provocato un aumento del livello del mare di oltre dieci metri. Gli studiosi spiegano che la quantità di acqua dolce che raggiunse l’Oceano Atlantico settentrionale è stata notevolmente maggiore di quanto si pensasse in precedenza, il che ha diverse implicazioni. Questa regione, precisano gli esperti, è tra le aree più sensibili del sistema climatico globale, alimentando correnti oceaniche come la Corrente del Golfo, che mantengono mite il clima nell’Europa nord-occidentale. Queste correnti possono indebolirsi con l’afflusso di acqua dolce, il che porterebbe a un drastico raffreddamento in Europa e potrebbe modificare i modelli delle precipitazioni in Amazzonia. Sebbene sia stato sorprendentemente resiliente in passato, ma non comprendiamo ancora appieno i meccanismi di questo sistema climatico. “Questo lavoro – conclude Mukherjee – fornisce un promemoria della complessità del nostro sistema climatico e dello scioglimento delle calotte glaciali. Solo adottando una prospettiva veramente globale negli studi sul clima, possiamo sperare di migliorare la nostra comprensione e lavorare insieme verso un futuro sostenibile”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).