Roma – Entro 30-40 anni il clima globale potrebbe subire un vero e proprio “punto di svolta”: i cicli di El Niño e La Niña, che influenzano le temperature e le piogge di tutto il pianeta, diventeranno più regolari ma molto più intensi, con oscillazioni termiche oceaniche amplificate e una sincronizzazione con altri grandi fenomeni atmosferici. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature Communications da un team internazionale guidato da Malte F. Stuecker (Università delle Hawaii) e Axel Timmermann (IBS Center for Climate Physics, Pusan National University, Corea del Sud). Utilizzando modelli climatici ad altissima risoluzione, i ricercatori hanno scoperto che l’aumento dei gas serra potrebbe spingere il sistema climatico del Pacifico tropicale verso una nuova fase “instabile”, in cui El Niño–Southern Oscillation (ENSO) passa da un comportamento irregolare a oscillazioni regolari e amplificate. “In un mondo più caldo, il Pacifico tropicale può entrare in uno stato oscillatorio forzato: è la prima volta che un modello climatico complesso identifica chiaramente questa transizione,” spiega Stuecker. Secondo le simulazioni, i nuovi cicli ENSO si sincronizzeranno con altri fenomeni globali come la North Atlantic Oscillation (NAO), il Dipolo dell’Oceano Indiano (IOD) e il Tropical North Atlantic (TNA), creando una rete di oscillazioni “a pendolo” che amplificheranno le variazioni di pioggia e temperatura in molte regioni del mondo. “Questa sincronizzazione porterà a fluttuazioni più forti delle precipitazioni in aree come la California meridionale e la Penisola Iberica, con un aumento degli effetti ‘a frusta’ – periodi alternati di siccità e alluvioni,” sottolinea Timmermann. Il fenomeno del “climate whiplash”, così definito dai ricercatori, potrebbe mettere sotto pressione interi ecosistemi e sistemi agricoli, ma anche infrastrutture idriche e reti energetiche.
Sebbene la maggiore regolarità di ENSO possa migliorare la prevedibilità stagionale, l’intensificazione dei suoi impatti richiederà strategie di adattamento più robuste. Lo studio si è basato sul modello climatico AWI-CM3 dell’Alfred Wegener Institute, con risoluzione atmosferica di 31 km e oceanica fino a 4 km, analizzando scenari ad alte emissioni e confrontandoli con altri modelli e dati osservativi. “I nostri risultati mostrano che ENSO potrebbe diventare più prevedibile ma anche più distruttivo,” afferma Sen Zhao, co-autore dell’Università delle Hawaii. “Le sue ripercussioni si estenderanno ben oltre il Pacifico, fino all’Europa”. Il team prevede di estendere le analisi a nuovi modelli globali ad altissima risoluzione (fino a 4 km) elaborati sul supercomputer Aleph dell’IBS, per comprendere meglio i meccanismi di sincronizzazione climatica planetaria.(30Science.com)

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El Niño si intensifica e cambia volto in arrivo cicli regolari e più estremi con effetti globali “a frusta”
(16 Ottobre 2025)

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