Lucrezia Parpaglioni

Fumo: non è mai troppo tardi per smettere di fumare

(9 Ottobre 2025)

Roma – I pazienti con cancro al terzo o al quarto stadio che smettono di fumare guadagnano quasi un anno in più di vita rispetto a chi continua a fumare, il che sottolinea l’importanza di includere il supporto alla cessazione del fumo come parte integrante del trattamento oncologico standard. Lo rivela uno studio guidato da Steven Tohmasi, dello Siteman Cancer Center, con sede presso il Barnes-Jewish Hospital e la Washington University School of Medicine di St. Louis, pubblicato su JNCCN, Journal of the National Comprehensive Cancer Network. Lo studio ha seguito oltre 13.000 pazienti affetti da vari tipi di cancro, monitorando il loro stato di fumatore nei primi sei mesi dopo la visita oncologica. Il 13% dei pazienti si è dichiarato fumatore, e solo il 22,1% di questi è riuscito a smettere entro sei mesi. I risultati mostrano che chi ha continuato a fumare ha avuto un rischio di morte quasi doppio, 97% superiore, entro due anni rispetto agli ex fumatori. In particolare, il trattamento per la cessazione del fumo, facilitato da sistemi basati su cartelle cliniche elettroniche come ELEVATE, si è dimostrato efficace nel promuovere l’astinenza e migliorare la sopravvivenza, in una coorte rappresentativa di pazienti in tutti gli stadi e tipi di tumore. Secondo Tohmasi, il cambiamento dello stile di vita costituisce un “quarto pilastro” della cura oncologica, da affiancare a chirurgia, radioterapia e chemioterapia e immunoterapia. Li-Shiun Chen, del Siteman Cancer Center, con sede presso il Barnes-Jewish Hospital e la WashU Medicine, aggiunge che “non è mai troppo tardi” e che nessuno è “troppo malato” per trarre beneficio dalla cessazione del fumo, anche in presenza di tumore avanzato. Le linee guida NCCN forniscono un quadro basato sull’evidenza per aiutare i medici a integrare la cessazione del fumo nel percorso assistenziale, offrendo strumenti efficaci come la valutazione della prontezza al cambiamento, il supporto farmacologico e la consulenza comportamentale. L’adozione di tali strategie può migliorare significativamente la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti oncologici. Esperti sottolineano che la cessazione del fumo dopo la diagnosi oncologica riduce la mortalità per tutte le cause e rappresenta un intervento clinico precoce cruciale. Sebbene lo studio sia osservazionale e non possa dimostrare causalità definitiva, integra le attuali conoscenze sul profondo impatto dello smettere di fumare sulla prognosi oncologica.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.