Lucrezia Parpaglioni

Sviluppata la cassetta degli attrezzi che legge le cicatrici del DNA

(3 Ottobre 2025)

Roma  – Sviluppato un catalogo completo degli schemi di riparazione del DNA correlati a ciascuno dei circa 20.000 geni umani, chiamato “REPAIRome umano”; il database consente di verificare rapidamente come ogni gene influenzi il modo in cui la cellula ripara le rotture a doppio filamento del DNA, uno dei danni più gravi e rilevanti per la salute umana e le terapie anticancro. A farlo ricercatori del Centro Nazionale Spagnolo per la Ricerca sul Cancro, CNIO. Il REPAIRome, descritto su Science, è stato sviluppato generando circa 20.000 popolazioni cellulari, ognuna priva di un gene specifico, nelle quali sono state indotte rotture del DNA tramite CRISPR.

Analizzando l’impronta mutazionale lasciata dalla riparazione, i ricercatori possono dedurre quali meccanismi di riparazione sono stati attivati e come ogni gene contribuisce al processo. “Interpretare il pattern delle “cicatrici” del DNA nei tumori può aiutare a definire trattamenti personalizzati più efficaci”, ha detto Felipe Cortés, ricercatore principale.

Il REPAIRome permette di verificare come ciascuno dei circa 20.000 geni umani influisce sulla capacità della cellula di correggere i danni al DNA. Per costruirlo, i ricercatori hanno disattivato uno per uno i geni in colture cellulari, provocato una rottura mirata con la tecnica CRISPR e analizzato i “segni distintivi” che restano una volta che la cellula ha riparato il danno. Ogni “firma” mutazionale diventa così un attrezzo di lavoro: un marcatore che consente di identificare quali meccanismi di riparazione sono attivi, con implicazioni dirette per interpretare i profili genetici dei tumori e individuare nuovi bersagli terapeutici.

“La nostra mappa è una risorsa aperta, accessibile tramite un portale web, e rappresenta la più completa fotografia dei meccanismi di riparazione del DNA mai realizzata – spiegano i ricercatori – Conoscere i segni lasciati nel genoma è fondamentale per capire perché certe mutazioni si accumulano e come sfruttare queste vulnerabilità per trattare il cancro”.

Un primo esempio arriva dal carcinoma renale, per il quale il REPAIRome ha già rivelato un pattern di mutazioni specifico, aprendo la strada a future applicazioni cliniche. Il progetto, sostenuto da fondi nazionali ed europei, non è solo uno strumento per l’oncologia. Potrà infatti guidare anche la ricerca in editing genetico e nella medicina rigenerativa, fornendo criteri più solidi per valutare la sicurezza di tecniche basate su CRISPR e simili.

Gli autori sottolineano che il REPAIRome non sostituisce, ma potenzia la capacità dei laboratori: “È come avere a disposizione un manuale d’uso per ogni gene coinvolto nella riparazione del DNA. Più che un punto d’arrivo, è un punto di partenza per esplorare con maggiore precisione i meccanismi che tengono in vita le cellule e, quando falliscono, danno origine a malattie”.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.