Roma – Il raffreddamento artificiale del pianeta attraverso l’immissione di particelle riflettenti nell’atmosfera – una tecnica nota come solar radiation management o stratospheric aerosol injection (SAI) – potrebbe essere molto più difficile, costosa e rischiosa di quanto suggeriscano i modelli teorici. Lo evidenzia uno studio della Columbia Climate School, pubblicato su Scientific Reports, che mette in discussione le ipotesi più ottimistiche sulla fattibilità della geoingegneria solare. I ricercatori hanno analizzato i vincoli fisici, economici e geopolitici legati alla dispersione di aerosol nella stratosfera per riflettere la luce solare e contrastare il riscaldamento globale. “Anche i modelli più sofisticati sono idealizzati – ha spiegato V. Faye McNeill, chimica atmosferica della Columbia – perché simulano particelle perfette, di dimensione perfetta, collocate esattamente dove si vuole. Ma nella realtà, tutto questo è irraggiungibile e introduce una forte incertezza nei risultati”. La ricerca mostra che il fattore più critico è la latitudine del rilascio: un’iniezione concentrata ai poli potrebbe alterare i monsoni tropicali, mentre una distribuzione all’equatore rischierebbe di modificare le correnti atmosferiche e il trasporto di calore verso le regioni polari. Inoltre, la mancanza di un coordinamento globale renderebbe quasi impossibile controllare gli effetti su scala planetaria. Oltre ai rischi climatici, emergono limiti tecnici e materiali. Gli autori, tra cui Miranda Hack, hanno valutato le alternative ai tradizionali aerosol solfatici, come carbonato di calcio, allumina, titanio, zircone e persino diamante, scoprendo che molti di questi materiali sono troppo rari o instabili per un uso massivo. “Molti candidati semplicemente non esistono in quantità sufficienti – ha spiegato Hack – o tendono ad aggregarsi, riducendo drasticamente la loro efficacia nel riflettere la luce solare”. Secondo Gernot Wagner, economista del clima alla Columbia Business School, “la realtà della geoingegneria solare è molto più complessa di quanto descrivano i modelli. Non accadrà nel modo in cui il 99% degli studi la immagina”. Lo studio conclude che, tra incertezze scientifiche, rischi geopolitici e limiti tecnologici, la stratospheric aerosol injection non può oggi essere considerata una soluzione affidabile contro il cambiamento climatico, ma piuttosto un intervento ad alto rischio e bassa prevedibilità.(30Science.com)
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Rischi globali dietro l’illusione di spegnere il Sole
(22 Ottobre 2025)
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