Roma – Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Human Evolution propone un cambio di paradigma nella comprensione dell’evoluzione umana: il consumo di carcasse animali avrebbe avuto un ruolo decisivo nella sopravvivenza e nello sviluppo dei primi ominini. La ricerca, guidata da Ana Mateos e Jesús Rodríguez del CENIEH, mostra che lo scavenging – nutrirsi di animali già morti – offriva vantaggi energetici e nutrizionali rispetto alla caccia. Il reperimento di carcasse richiedeva meno sforzo, forniva proteine e grassi in periodi di scarsità e rappresentava una fonte alimentare più stabile del previsto. Secondo gli autori, l’anatomia, la fisiologia e il comportamento dei primi umani indicano un’elevata adattabilità a questa strategia. L’acidità gastrica proteggeva dai patogeni, l’uso del fuoco riduceva ulteriormente i rischi e la capacità di percorrere lunghe distanze favoriva la ricerca del cibo. L’organizzazione collettiva e l’impiego di strumenti di pietra consentivano di scuoiare le carcasse, frantumare le ossa e accedere al midollo, una fonte concentrata di energia. Il lavoro evidenzia come lo scavenging sia stato un comportamento complementare alla caccia e alla raccolta, e non un’attività marginale o primitiva. L’analisi ecologica mostra inoltre che molte specie carnivore si nutrono regolarmente di carcasse e che anche diversi gruppi umani contemporanei continuano a farlo. Secondo i ricercatori, l’idea tradizionale che l’uomo abbia “smesso di fare lo spazzino” con l’avvento della caccia è superata. Il consumo di carogne avrebbe contribuito tanto quanto la carne fresca alla formazione del comportamento e della cultura umana.(30Science.com)
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Il consumo di carogne contribuì alla nascita del genere umano
(22 Ottobre 2025)
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