Lucrezia Parpaglioni

La terapia genica migliora vita di pazienti con anemia falciforme e beta talassemia

(27 Agosto 2025)

Roma – Il trattamento con exagamglogene autotemcel, exa-cel, basato su tecnologia di editing genetico CRISPR, porta a miglioramenti sostanziali e duraturi nella qualità della vita dei pazienti affetti da anemia falciforme, SCD, grave o beta talassemia dipendente da trasfusioni. Lo rivelano due studi, guidati da Haydar Frangoul, del Sarah Cannon Research Institute e Josu de la Fuente, dell’Imperial College London Healthcare NHS Trust, pubblicati su Blood Advances. I dati raccolti da pazienti adolescenti e adulti mostrano progressi significativi nel benessere fisico, sociale, emotivo e funzionale già a partire da sei mesi dall’infusione. Lo studio SCD ha coinvolto 42 pazienti con anemia falciforme grave, mentre lo studio sulla beta talassemia ha incluso 54 pazienti dipendenti da trasfusioni. In entrambi i gruppi, i punteggi di qualità della vita superano ora le medie della popolazione generale, rilevando miglioramenti clinicamente significativi in diversi domini, come impatto sociale, emotivo, sonno e rendimento scolastico per gli adolescenti. Exa-cel funziona rimuovendo le cellule staminali ematopoietiche del paziente, modificandole geneticamente per produrre emoglobina sana, prima di reinfonderle nel paziente. Questa terapia curativa è stata approvata dalla FDA per pazienti con più di 12 anni con SCD grave e beta talassemia trasfusione-dipendente. I ricercatori sottolineano che, nonostante la complessità e il costo del trattamento, l’impatto positivo sulla vita quotidiana dei pazienti è evidente, consentendo loro un ritorno a una vita normale e produttiva. Si evidenziano però limiti negli strumenti di valutazione della qualità della vita, specificamente per queste patologie, e la necessità di ulteriori follow-up su coorti più ampie per confermare i risultati. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.