Valentina Arcovio

Ortopedici SIOT: 1 over 60 su 30 con problemi alla cuffia

(26 Agosto 2025)

Roma – Un dolore alla spalla che non passa, fatica nei movimenti, magari uno “scatto” fastidioso ogni volta che si solleva il braccio. È così che si manifesta, spesso, una lesione alla cuffia dei rotatori, quella complessa struttura di tendini e muscoli che consente alla spalla di muoversi in tutte le direzioni. La Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) accende i riflettori su un problema molto diffuso, soprattutto dopo i 60 anni, ma non raro neanche tra i più giovani: in Italia, secondo i dati SIOT, circa il 30% degli over 60 presenta alterazioni o rotture della cuffia dei rotatori, con una quota crescente anche tra i più giovani, in particolare tra gli sportivi o chi svolge lavori particolarmente usuranti. Non è quindi solo una questione d’età. “Una cuffia ‘malandata’ può essere il risultato di una degenerazione progressiva – spiega Erika Viola, consigliere SIOT e direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, ASST Cremona, Ospedale di Cremona – legata al tempo, al fumo o alla postura sbagliata, ma anche ad un trauma improvviso, come una caduta o un movimento sbagliato. Sport praticati senza preparazione, inoltre, possono aumentare il rischio, così come una familiarità per questo tipo di patologie. La degenerazione e le lesioni della cuffia non sono sinonimi, ma spesso si succedono e vanno valutate caso per caso: non sempre serve operare, ma è importante riconoscere i segnali d’allarme e intervenire con le giuste terapie”. Diversi sono i campanelli d’allarme da non ignorare. In primis, il dolore alla spalla, soprattutto notturno o durante i movimenti sopra la testa, debolezza, difficoltà nei movimenti, sensazioni di “scatto” o “schiocco” sono sintomi da non sottovalutare. “Le lesioni della cuffia dei rotatori – aggiunge Viola – possono essere anche molto dolorose, a seconda della loro posizione, dimensione e dell’età del soggetto. È importante non sottovalutare il dolore alla spalla, soprattutto se persiste o peggiora nel tempo. La diagnosi inizia con una visita accurata, supportata da esami mirati: non sempre una lesione visibile è la vera causa dei sintomi”. Non sempre l’intervento chirurgico è necessario. “La chirurgia – evidenzia Pietro Simone Randelli, presidente della SIOT, ordinario di Ortopedia dell’Università degli Studi di Milano e direttore della Clinica Ortopedica dell’Istituto Gaetano Pini – è indicata nei casi di dolore persistente e debolezza marcata, ma molte lesioni, specie se parziali, possono essere gestite con infiltrazioni mirate, fisioterapia e controlli periodici. Le lesioni anteriori, di grandi dimensioni o in soggetti fragili vanno valutate con attenzione, perché possono progredire più facilmente. In pazienti selezionati l’intervento chirurgico, solitamente artroscopico, rappresenta un’opportunità per il ritorno all’attività sportiva e ad una spalla non dolente nella vita quotidiana”. Che si tratti di un infortunio sportivo o di una degenerazione dei tendini della cuffia dei rotatori legata al tempo, tornare ad una spalla “funzionale” è possibile. I tempi di recupero, però, variano e dipendono da vari fattori come il tempo di inattività della spalla, il tipo di intervento eseguito, la reattività in convalescenza e in riabilitazione. Ma non solo. Fattori come sindrome metabolica o fumo hanno un effetto negativo sul recupero post-chirurgico: “Evidenze scientifiche – precisa Viola – dimostrano che gli effetti di fumo, insufficienza renale, obesità, iperlipidemia, ipertensione e diabete mellito così come influenzano negativamente l’organismo hanno effetti negativi anche sui tendini della cuffia dei rotatori, sia in termini di sofferenza dei tendini e comparsa di lesioni, sia in termini di guarigione postoperatoria e di recidive”. Paradossalmente, precisano gli esperti SIOT, mentre una protesi di spalla presenta una convalescenza più breve, l’intervento di riparazione della cuffia dei rotatori richiede una convalescenza più lunga per tornare ad una spalla funzionale. Per mantenere le spalle in salute o recuperarle dopo un infortunio, la SIOT elenca una serie di consigli utili. Il primo è quello di non trascurare il dolore alla spalla: è un segnale importante!”, sottolinea lo specialista. Anche la postura conta. “La postura del tronco e delle scapole – spiega la SIOT – si modifica nel corso degli anni e può contribuire all’insorgenza di conflitto e lesioni della cuffia. Gli specialisti raccomandano di non sovraccaricare le spalle con borse pesanti o zaini sbilanciati; allo stesso modo per le donne utilizzare reggiseni con spalline ampie o modelli sportivi durante l’attività fisica: il conflitto con la spalla può determinare una infiammazione cronica delle strutture della spalla. E poi: “limitare pesi eccessivi e movimenti ripetuti al di sopra delle spalle se non si è allenati”, sottolineano gli ortopedici. E ancora: “Fare sempre riscaldamento, defaticamento e stretching in caso di sport”, dice la SIOT. Non tutti gli sport poi fanno bene alle spalle: in particolare i cosiddetti sport overhead (con gli arti al di sopra della testa), possono usurare precocemente i tendini della cuffia dei rotatori e la capsula articolare. “La spalla è un’articolazione che, se immobilizzata, tende ad irrigidirsi: quando rigidità e dolore compaiono, può svilupparsi una “capsulite adesiva”: è importante riconoscerne l’esordio per attivare una strategia vincente”, spiega la SIOT, la quale raccomanda di affidarsi ad un professionista ortopedico se insorgono sintomi: essere precoci permette di ridurre la cronicizzazione delle lesioni. “Le infiltrazioni alla spalla assieme alla fisioterapia in molti pazienti permettono la risoluzione dei quadri clinici acuti alla spalla”, dicono gli specialisti. “In pazienti selezionati, la chirurgia della cuffia dei rotatori della spalla effettuata da professionisti della SIOT, può permettere un ritorno ad una vita sportiva e relazionale normale”, concludono. (30Science.com)

Valentina Arcovio