Valentina Arcovio

L’Oms boccia punizioni corporali, le subiscono 1,2 mld bimbi all’anno

(21 Agosto 2025)

Roma – L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che le punizioni corporali rappresentano un problema di salute pubblica globale, poiché causano gravi danni al benessere fisico e mentale dei bambini e possono portare a comportamenti criminali. Un nuovo report ha rilevato che in 49 paesi a basso e medio reddito, i bambini esposti a punizioni corporali – definite come “qualsiasi punizione in cui viene utilizzata la forza fisica e intesa a causare un certo grado di dolore o disagio, per quanto lieve” – hanno il 24% di probabilità in meno di avere uno sviluppo sano rispetto ai bambini che non le hanno subite. A livello globale, si stima che 1,2 miliardi di bambini siano sottoposti a punizioni corporali ogni anno. Il rapporto afferma che nell’ultimo mese, il 17% di tutti i bambini esposti a punizioni corporali ha subito forme gravi, come colpi alla testa, al viso o alle orecchie, o colpi violenti e ripetuti. “Esistono ormai prove scientifiche schiaccianti che le punizioni corporali comportano molteplici rischi per la salute dei bambini”, afferma Etienne Krug, direttore del Department of Violence and Injury Prevention and Disability dell’OMS. “Non offrono alcun beneficio al comportamento, allo sviluppo o al benessere dei bambini, né ai genitori o alla società. Le punizioni corporali – continua – sono un problema di salute pubblica a livello mondiale: è tempo di porre fine a questa pratica dannosa per garantire che i bambini prosperino a casa e a scuola”. I bambini esposti a punizioni corporali hanno maggiori probabilità di soffrire di ansia, depressione, bassa autostima e instabilità emotiva, che permangono anche in età adulta e possono portare all’uso di alcol e droghe, a comportamenti violenti e al suicidio. Tra i bambini di età compresa tra i due e i 14 anni, i tassi di punizioni corporali dichiarati dai genitori e dai tutori nel mese precedente variavano dal 30% in Kazakistan e dal 32% in Ucraina, al 63% in Serbia, al 64% in Sierra Leone e al 77% in Togo. Secondo il rapporto, in Africa e America Centrale, il 70% dei bambini ha subito punizioni corporali a scuola nel corso della propria vita. Tassi più bassi sono stati riscontrati nella regione del Pacifico occidentale, con una prevalenza nel corso della vita di circa il 25%. In tutte le regioni, le punizioni corporali sono state segnalate come comuni nelle scuole primarie e secondarie. Le punizioni corporali sono spesso accompagnate da punizioni psicologiche, che comportano comportamenti che sminuiscono, umiliano, spaventano o ridicolizzano un bambino. L’accettazione comune delle punizioni corporali è radicata nella legge, nella religione e nelle tradizioni culturali di molte società. Oggi, 68 stati su 193 hanno un divieto assoluto di punizioni corporali. Il primo paese a vietarle è stata la Svezia nel 1979. Nel Regno Unito, sono vietate in Scozia e Galles, ma sono ancora consentite in ambito domestico in Inghilterra e Irlanda del Nord. (30Science.com)

Valentina Arcovio