Valentina Arcovio

Nuovo studio rivela: “improbabile che generazioni nate dopo 1939 raggiungano 100 anni”

(29 Agosto 2025)

Roma – I progressi in termini di longevità registrati nella prima metà del XX secolo hanno subito un rallentamento significativo negli ultimi decenni. Uno studio dell’Università del Wisconsin-Madison ha analizzato le tendenze dell’aspettativa di vita per 23 nazioni con redditi elevati e bassi tassi di mortalità, utilizzando i dati dell’Human Mortality Database e sei diversi metodi di previsione della mortalità. I risultati, pubblicati sulla rivista PNAS, indicano che nessuna generazione nata dopo il 1939 potrebbe raggiungere in media i 100 anni d’età. “L’aumento senza precedenti dell’aspettativa di vita raggiunto nella prima metà del XX secolo sembra essere un fenomeno che difficilmente potremo ripetere nel prossimo futuro”, afferma Héctor Pifarré i Arolas dell’Università del Wisconsin-Madison, coautore dello studio. “In assenza di innovazioni che estendano significativamente la vita umana, l’aspettativa di vita non raggiungerà comunque i rapidi aumenti osservati all’inizio del XX secolo, anche se la sopravvivenza degli adulti migliorasse a una velocità doppia rispetto a quanto previsto”, aggiunge. Tra il 1900 e il 1938, l’aspettativa di vita è aumentata di circa cinque mesi e mezzo con ogni nuova generazione. Mentre l’aspettativa di vita media di una persona nata in un paese ad alto reddito nel 1900 era di 62 anni, per una persona nata appena 38 anni dopo era di 80 anni. Per le generazioni successive, nate tra il 1939 e il 2000, l’aumento è rallentato a circa tre mesi. “Prevediamo che i nati nel 1980 non vivranno in media fino a 100 anni e nessuna delle coorti del nostro studio raggiungerà questo traguardo”, afferma José Andrade, altro autore dello studio del Max Planck Institute for Demographic Research. “Questo declino è dovuto in gran parte al fatto che i passati aumenti di longevità sono stati trainati da notevoli miglioramenti nella sopravvivenza in età molto giovane”, aggiunge. I tassi di mortalità infantile sono diminuiti all’inizio del XX secolo grazie ai progressi della medicina e al miglioramento della qualità della vita nei paesi ad alto reddito, determinando un rapido aumento dell’aspettativa di vita. Oggi la mortalità infantile e dei neonati è così bassa che i miglioramenti previsti nelle fasce di età più anziane non saranno sufficienti a sostenere il precedente ritmo di crescita della longevità. “Anche se le nostre previsioni sono eccessivamente pessimistiche, un’inversione di tendenza è improbabile”, affermano i ricercatori, che ora sperano che i risultati possano offrire spunti cruciali ai governi per anticipare le esigenze dei loro sistemi sanitari, della pianificazione pensionistica e delle politiche sociali. (30Science.com)

Valentina Arcovio