Lucrezia Parpaglioni

La perdita di ghiaccio marino stabilizza la circolazione atlantica

(11 Luglio 2025)

Roma – Contrariamente alle preoccupazioni diffuse riguardo a un possibile rallentamento della Circolazione Meridionale Atlantica, Atlantic Meridional Overturning Circulation, AMOC, un sistema di correnti oceaniche fondamentali per il clima globale che riduce la formazione di acque profonde nel Mare di Norvegia e nel Mare del Labrador, la perdita di ghiaccio marino nell’Oceano Artico sembra portare alla formazione di acque profonde in nuove aree precedentemente ghiacciate. Lo rivela lo studio guidato da Marius Årthun, ricercatore dell’Istituto di Geofisica dell’Università di Bergen e del Bjerknes Centre for Climate Research, pubblicato su Science Advances. La ricerca offre nuove importanti evidenze sullo stato e la stabilità dell’AMOC, di cui la Corrente del Golfo è la principale causa del cambiamento climatico. Questo aumento della formazione di acque profonde nelle regioni artiche libere dal ghiaccio compensa la diminuzione osservata più a sud, contribuendo a mantenere stabile la circolazione. “Le regioni artiche sono state un po’ dimenticate, ma l’Oceano Artico non è più un deserto calmo e desolato”, ha detto Årthun. Questi nuovi dati aiutano a comprendere perché, nonostante i cambiamenti climatici, l’AMOC finora non ha mostrato un indebolimento significativo. La Circolazione Meridionale Atlantica funziona come un nastro trasportatore: l’acqua calda scorre verso nord in superficie, mentre l’acqua fredda e densa scende e fluisce verso sud in profondità. La stabilità di questo sistema è cruciale per il clima europeo e globale, influenzando temperature, precipitazioni e modelli meteorologici. La formazione di acque profonde nelle regioni artiche libere dal ghiaccio compensa la riduzione a sud, contribuendo a stabilizzare la circolazione atlantica nonostante il riscaldamento globale.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.