Roma – La percezione dei predatori gioca un ruolo fondamentale nel livello di accuratezza necessario agli animali che si mimetizzano e imitano creature minacciose per evitare di essere mangiati. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell’Università di Nottingham. Il team, guidato da Christopher Taylor, ha utilizzato la stampa tridimensionale per valutare le motivazioni alla base di alcune tecniche di mimetismo. Gli scienziati sanno che ci sono predatori che riescono a riconoscere le sottili differenze tra specie innocue e pericolose, mentre altri sono più facili da ingannare.
Il mimetismo batesiano si verifica quando animali innocui assumono l’aspetto di creature pericolose o sgradevoli per scoraggiare i pericoli. Ad esempio, alcune specie di sirfidi assomigliano alle vespe, ma con gradi di accuratezza molto variabili. Per comprendere le dinamiche del mimetismo, il gruppo di ricerca ha creato degli insetti stampati in 3D, il cui aspetto variava da mosche non mimetiche a varie forme di sirfidi fino a vespe.
- Un’illustrazione del metodo per la produzione di modelli di insetti stampati in 3D. Fotografie di insetti reali vengono analizzate per produrre forme e modelli digitali 3D, che vengono combinati e poi stampati. La riga superiore raffigura una mosca, quella inferiore una vespa e quella centrale combina le caratteristiche di entrambi gli insetti. Credito: Christopher Taylor
- Una vespa accanto al suo equivalente stampato in 3D. Credito: Christopher Taylor
- Un ragno saltatore esamina un set di insetti stampati in 3D, tra cui una mosca (in alto a destra), una vespa (accanto al ragno) e una serie di imitazioni intermedie generate tramite morphing 3D. Credito: David McMahon
- Un ragno saltatore divora un sirfide. Il sirfide si è evoluto fino a somigliare a una vespa, ma in questo caso la somiglianza non è sufficiente a dissuadere un ragno dall’attaccarlo. Credito: Tom Reader
Successivamente, gli studiosi hanno valutato le risposte di uccelli e predatori invertebrati mentre interagivano con la preda fittizia. Stando a quanto emerge dall’indagine, gli uccelli erano molto abili nel selezionare le specie sicure, ma si trattava di una capacità più marcata per i tratti di colore e le dimensioni rispetto al disegno e la forma dei corpi. Gli animali in grado di mimetizzarsi sembravano associati a un grado di protezione maggiore contro i predatori. Alcuni invertebrati, come determinate specie di ragno e le mantidi religiose, sembravano meno capaci di distinguere tra i diversi insetti, il che, secondo gli autori, potrebbe contribuire a spiegare perché persistano alcune imitazioni imprecise. (30Science.com)