Roma – Le persone sono considerate “cool” se sono estroverse, edoniste, potenti, avventurose, aperte e autonome, e tali tratti sono sorprendentemente simili in tutte le culture. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of Experimental Psychology, condotto dagli scienziati dell’Universidad Adolfo Ibáñez, dell’Università dell’Arizona e dell’Università della Georgia. Il team, guidato da Todd Pezzuti, Caleb Warren e Jinjie Chen, ha coinvolto quasi 6.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo per indagare sulle somiglianze e le differenze di ciò che è legato alla definizione di determinati tratti. Dal Cile alla Cina, spiegano gli esperti, le culture del mondo variano notevolmente, ma almeno una dozzina di paesi concordano sulle caratteristiche associate all’essere “cool”. “In generale – affermano gli autori – le culture orientali e occidentali differiscono in molti aspetti. Eppure, tutti vogliono essere cool, e la società ha bisogno di persone cool, che sfidano le norme, ispirano il cambiamento e promuovono la cultura”. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti, provenienti da diverse parti del mondo, di pensare a qualcuno ritenuto cool, poco cool, buono e meno buono. Successivamente, gli autori hanno raccolto informazioni sui tratti della personalità dei soggetti descritti. In modo diffuso, le persone buone sono state percepite come più conformiste, tradizionaliste, sicure, cordiali, gradevoli, universaliste, coscienziose e calme. Nel lavoro sono stati inclusi solo partecipanti che avevano familiarità con il significato gergale della parola “cool”. La maggior parte degli esperimenti, precisano gli studiosi, è stata condotta online, quindi i risultati potrebbero non essere generalizzabili nelle aree rurali senza accesso a internet. “Il significato di ‘cool’ – spiega Warren – si è cristallizzato su un insieme simile di valori e tratti in tutto il mondo ed è stato utilizzato anche nel commercio. Questo concetto è nato nelle piccole sottoculture ribelli, tra cui musicisti jazz degli anni ’40 e i beatnik negli anni ’50. Con una società che si evolve più velocemente e attribuisce maggiore valore alla creatività e al cambiamento, le persone cool sono più essenziali che mai”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).