Lucrezia Parpaglioni

I problemi di salute dei leader mondiali sollevano timori per la guerra nucleare

(21 Luglio 2025)

Roma – La salute di 51 ex leader di nazioni dotate di armi nucleari ha sollevato preoccupazioni riguardo alla loro capacità decisionale durante il mandato, specialmente considerando l’accesso ai codici per l’uso dell’arsenale nucleare. Lo rivela uno studio dell’Università di Otago, Nuova Zelanda, riportato su BMC Research Notes. L’analisi ha riguardato leader di Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. Otto di questi sono morti per malattie croniche durante il loro mandato, mentre cinque sono deceduti per infarti o ictus. Molti hanno avuto disturbi gravi, come demenza, depressione, disturbi della personalità e abuso di droga o alcol. Due casi emblematici riguardano due ex primi ministri israeliani: Ariel Sharon, colpito da ictus e finito in coma durante il mandato, e Menachem Begin, che ha vissuto un grave periodo di depressione. Anche i problemi legati all’alcolismo di Richard Nixon hanno coinciso con momenti di crisi nucleare. In numerosi casi, le condizioni di salute dei leader sono state mantenute segrete. Negli Stati Uniti, per esempio, la gravità delle malattie di Dwight D. Eisenhower, John F. Kennedy e Ronald Reagan fu nascosta o minimizzata durante i rispettivi mandati, con probabili ripercussioni sulle loro capacità di governo. Kennedy, afflitto dal morbo di Addison e da altre problematiche, autorizzò la fallita invasione della Baia dei Porci e tenne una crisi della Guerra Fredda meno efficace del previsto. Anche la salute mentale compromessa di Nikita Krusciov influì su eventi chiave come la crisi dei missili di Cuba. In Francia, François Mitterrand tenne nascosto un cancro avanzato fino alla fine del suo mandato, svolgendo funzioni malgrado il deterioramento della salute. Con l’aumento dell’instabilità internazionale, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina, i ricercatori sottolineano l’importanza di garantire che i leader nucleari siano in buona salute fisica e mentale. Per gli scienziati è necessario eliminare lo stato di “massima allerta” delle armi nucleari, introdurre politiche di “no first use”, ovvero volte a non utilizzare armi nucleari come primo attacco, richiedere più firme per autorizzare un lancio nucleare, rafforzare trattati di disarmo nucleare, introdurre limiti di mandato e sistemi di revoca per leader con problemi di salute, valutazioni mediche e psicologiche obbligatorie per i leader prima e durante il mandato, rafforzare il ruolo dei media investigativi per monitorare la salute dei politici. I ricercatori evidenziano, inoltre, che la pressione costante dei ruoli di leadership può aumentare il rischio di disturbi mentali. Uno studio su parlamentari britannici ha mostrato che essi hanno il 34% in più di probabilità di soffrire di problemi mentali rispetto ad altri individui con reddito alto. Ridurre lo stress e migliorare l’attenzione alla salute mentale dei leader può pertanto contribuire a ridurre i rischi per la sicurezza internazionale. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.