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Le carpe mostrano un’elevata resilienza allo stress della cattura nella pesca ricreativa

(3 Luglio 2025)

Roma – Un nuovo studio ha scoperto che le carpe comuni allevate in allevamenti ittici, immesse nei parchi di pesca ricreativa e poi catturate regolarmente con la tecnica della pesca con rilascio mostrano livelli di stress cronico molto più bassi rispetto alle loro controparti selvatiche che non vedono mai l’amo di un pescatore. I risultati, pubblicati su  Plos One, indicano che, sebbene la cattura con la lenza possa essere un evento stressante a breve termine, le catture ripetute non comportano necessariamente alti livelli di stress cronico in questi pesci. Sebbene precedenti ricerche condotte dal team abbiano evidenziato associazioni tra la quantità di cortisolo presente nelle squame di un pesce (segno di stress cronico nei pesci) e la vulnerabilità dei pesci alla cattura con la lenza, questo studio è stato il primo a confrontare i livelli di cortisolo nelle squame di carpe allevate in incubatoio (domestiche) con quelli di carpe selvatiche. Il professor Robert Britton dell’Università di Bournemouth ha diretto lo studio, in cui i dati relativi al cortisolo di carpe domestiche in cinque zone di pesca ricreativa sono stati confrontati con i dati di cinque popolazioni selvatiche. Sebbene alcune carpe selvatiche presentassero concentrazioni di cortisolo di carpe domestiche simili a quelle delle carpe domestiche, la maggior parte delle carpe selvatiche presentava concentrazioni di cortisolo sostanzialmente più elevate, in alcuni casi ben oltre dieci volte superiori. Pertanto, nonostante il regolare sfruttamento con la pesca sportiva, le carpe domestiche presentavano livelli di stress cronico molto inferiori rispetto alle carpe selvatiche. Gli autori ritengono che queste differenze nella resilienza allo stress siano legate alla domesticazione di ceppi di carpe con caratteristiche che includono la resilienza agli stress cronici, unita alla loro presenza in zone di pesca dove è disponibile un’abbondanza di cibo proveniente da esche da pesca. Le carpe selvatiche potrebbero anche essere più attive, ad esempio nella ricerca di cibo, il che potrebbe aumentare i loro livelli generali di cortisolo. Il professor Britton ha commentato: “I nostri risultati suggeriscono che i pesci che abbiamo considerato più vulnerabili allo stress cronico da pesca potrebbero invece essere i più resistenti allo stress. Questo è rassicurante: il benessere dei pesci nelle attività di pesca basate su pesci allevati in incubatoio potrebbe non essere compromesso dalle loro catture regolari.” La coautrice, la Dott.ssa Josephine Pegg del South African Institute for Aquatic Biodiversity, ha commentato: “La pesca ricreativa offre un valore socioeconomico significativo in tutto il mondo, ma è importante riconoscere che anche gli animali al centro di questi sistemi meritano considerazione e cura. Sono lieta che questo lavoro contribuisca a far progredire la nostra comprensione del benessere dei pesci utilizzati nella pesca sportiva”. Tuttavia, gli autori avvertono che, nonostante l’apparente resilienza dei loro pesci allo stress cromico, i responsabili della pesca dovrebbero continuare ad applicare una serie di parametri di benessere per salvaguardare i loro pesci, tra cui il monitoraggio dei livelli di malattia e della qualità dell’acqua, soprattutto durante l’attuale periodo di caldo.(30Science.com)

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