Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Sviluppato un materiale da costruzione “vivente” che assorbe CO2 dall’aria

(23 Giugno 2025)

Roma – Un innovativo materiale edile che combina materiali convenzionali da costruzione con batteri, alghe e funghi così da ottenere la straordinaria capacità di assorbire la CO2 dall’aria: è quanto sviluppato da un team di ricerca guidato dall’ ETH Zurigo, che ha pubblicato i propri risultati su Nature Communications. Il materiale può essere modellato utilizzando la stampa 3D e richiede solo luce solare e acqua di mare artificiale con nutrienti facilmente disponibili, oltre alla CO₂, per crescere. Test di laboratorio hanno dimostrato che il materiale lega costantemente la CO₂ per un periodo di 400 giorni, la maggior parte della quale in forma minerale: circa 26 milligrammi di CO₂ per grammo di materiale. Questa quantità è significativamente superiore a quella di molti approcci biologici ed è paragonabile alla mineralizzazione chimica del calcestruzzo riciclato (circa 7 mg di CO₂ per grammo). Il materiale di supporto che ospita le cellule viventi è un idrogel, un gel composto da polimeri reticolati ad alto contenuto d’acqua. Il team di ricerca ha selezionato la rete polimerica in modo che possa trasportare luce, CO₂ , acqua e nutrienti e consentire alle cellule di diffondersi uniformemente al suo interno senza uscire dal materiale. Per garantire che i cianobatteri vivano il più a lungo possibile e rimangano efficienti, i ricercatori hanno anche ottimizzato la geometria delle strutture utilizzando processi di stampa 3D per aumentare la superficie, aumentare la penetrazione della luce e favorire il flusso di nutrienti. La co-autrice Dalia Dranseike ha dichiarato: “In questo modo, abbiamo creato strutture che consentono la penetrazione della luce e distribuiscono passivamente i fluidi nutritivi in tutto il corpo grazie alle forze capillari”. Grazie alla dottoranda Andrea Shin Ling, la ricerca di base dei laboratori dell’ETH è arrivata sul grande palcoscenico della Biennale di Architettura di Venezia. “È stato particolarmente impegnativo portare il processo di produzione dal formato di laboratorio alle dimensioni di una stanza”, afferma l’architetto e biodesigner, coinvolta anche in questo studio. Ling sta conseguendo il dottorato presso la cattedra di Tecnologie Edili Digitali del Professor Benjamin Dillenburger dell’ETH. Nella sua tesi, ha sviluppato una piattaforma per la biofabbricazione in grado di stampare strutture viventi contenenti cianobatteri funzionali su scala architettonica. Per l’installazione “Picoplanktonics” nel Padiglione Canada, il team di progetto ha utilizzato le strutture stampate come elementi costitutivi viventi per costruire due oggetti simili a tronchi d’albero, il più grande dei quali alto circa tre metri. Grazie ai cianobatteri, questi possono legare fino a 18 kg di CO2 all’anno ciascuno , circa la stessa quantità di un pino di 20 anni nella zona temperata.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla