Roma – Il nuovo difensore planetario dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha aperto per la prima volta il suo “occhio” sul cosmo. La “prima luce” del telescopio Flyeye segna l’inizio di un nuovo capitolo nel modo in cui esploriamo il cielo alla ricerca di nuovi asteroidi e comete vicini alla Terra. Ispirandosi all’occhio composto di un insetto, ESA e OHB Italia hanno progettato Flyeye per catturare una regione del cielo più di 200 volte più grande della Luna piena in un’unica esposizione: molto più grande di un telescopio convenzionale. Utilizzerà questo ampio campo visivo per sorvegliare automaticamente il cielo ogni notte, indipendentemente dall’intervento umano, e identificare nuovi asteroidi che potrebbero rappresentare un pericolo per la Terra. “In futuro, una rete composta da un massimo di quattro telescopi Flyeye distribuiti negli emisferi settentrionale e meridionale lavorerà insieme per migliorare ulteriormente la velocità e la completezza di queste rilevazioni automatiche del cielo e per ridurre la dipendenza dalle buone condizioni meteorologiche in ogni singolo sito”, afferma Ernesto Doelling, responsabile del progetto Flyeye.
“Prima individuiamo asteroidi potenzialmente pericolosi, più tempo abbiamo per valutarli e, se necessario, preparare una risposta”, afferma Richard Moissl, responsabile dell’Ufficio di Difesa Planetaria dell’ESA . “I telescopi Flyeye dell’ESA costituiranno un sistema di allerta precoce e le loro scoperte saranno condivise con la comunità globale della difesa planetaria”. Il Centro di Coordinamento degli Oggetti Vicini alla Terra (NEOCC) dell’ESA verificherà ogni potenziale nuova rilevazione di asteroidi da parte dei telescopi Flyeye e invierà i risultati al Minor Planet Center , il centro di raccolta dati di osservazione degli asteroidi sulla Terra. Gli astronomi effettueranno quindi osservazioni di follow-up per valutare ulteriormente il rischio che l’oggetto potrebbe rappresentare per il nostro pianeta. “L’esclusivo design ottico del telescopio Flyeye è ottimizzato per condurre ampie indagini del cielo mantenendo un’elevata qualità delle immagini in tutto l’ampio campo visivo”, afferma Roberto Aceti, Amministratore Delegato di OHB Italia. Il telescopio è dotato di uno specchio primario da un metro, che cattura efficacemente la luce incidente. Questa luce viene poi suddivisa in 16 canali separati, ciascuno dotato di una fotocamera in grado di rilevare oggetti molto deboli. Ciò consente osservazioni simultanee ad alta sensibilità su un’ampia regione del cielo. Durante le operazioni, il programma di osservazione di Flyeye sarà ottimizzato per tenere conto di fattori quali la luminosità della Luna e il lavoro di altri telescopi di indagine, come i telescopi ATLAS finanziati dalla NASA, lo Zwicky Transient Facility e il futuro Vera Rubin Telescope. Queste immagini del cielo sopra le antiche colline di Matera, in Italia, sono più di un semplice test: sono la prova che Flyeye è pronto a iniziare la sua missione. Il telescopio lascerà presto il Centro di Geodesia Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e sarà trasportato a Monte Mufara, in Sicilia, dove si unirà allo sforzo globale per sorvegliare i cieli della Terra.(30Science.com)