Roma – L’epidemia di difterite, che ha registrato un totale di 536 casi in Europa dal 2022, inclusi almeno tre decessi, è stata causata da infezioni da Corynebacterium diphtheriae verificatesi non nei paesi di origine dei migranti, principalmente Afghanistan e Siria, ma durante i viaggi migratori o nei paesi europei di destinazione. Lo rivela uno studio condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, tra cui Sylvain Brisse, dell’Institut Pasteur e epidemiologi di Santé publique France, pubblicato sul New England Journal of Medicine, NEJM. Lo studio ha analizzato la più grande epidemia di difterite in Europa occidentale degli ultimi 70 anni, iniziata nel 2022 e tuttora in corso, che ha colpito principalmente popolazioni vulnerabili come migranti e senzatetto in diversi paesi europei. L’analisi genomica di 363 isolati da 362 pazienti in dieci paesi europei ha mostrato un’elevata prossimità genetica tra i ceppi batterici, indicando un punto di contatto recente e comune fuori dai paesi di origine che ha favorito la contaminazione. Le infezioni sono risultate per il 77% di tipo cutaneo e per il 15% di tipo respiratorio più grave, colpendo prevalentemente soggetti di sesso maschile con età mediana di 18 anni, per il 96% migranti recenti. Lo studio ha inoltre evidenziato un legame genetico tra il ceppo circolato durante l’epidemia del 2022 e un’epidemia verificatasi in Germania nel 2025, suggerendo una circolazione silente del batterio in Europa occidentale. Nonostante l’efficacia dei programmi di vaccinazione nella popolazione generale, i ricercatori sottolineano la necessità di mantenere alta la vigilanza epidemiologica e di rafforzare le misure di sanità pubblica rivolte alle popolazioni vulnerabili, quali screening, aggiornamento dello stato vaccinale, esami clinici e terapie antibiotiche appropriate. “La collaborazione internazionale e la rapida condivisione dei dati genomici sono state fondamentali per caratterizzare i ceppi e adattare la risposta sanitaria”, ha detto Brisse. Isabelle Parent du Châtelet, di Santé publique France, ha sottolineato l’importanza di garantire livelli aggiornati di vaccinazione, in particolare per migranti, senzatetto, tossicodipendenti, persone non vaccinate e anziani con patologie pregresse, oltre a sensibilizzare i medici sui sintomi della malattia per una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. In conclusione, lo studio evidenzia che la difterite rimane una minaccia per le popolazioni vulnerabili in Europa occidentale e che la sorveglianza epidemiologica transfrontaliera, l’accesso facilitato alla vaccinazione e all’assistenza sanitaria, e il monitoraggio continuo delle infezioni e della resistenza agli antibiotici sono indispensabili per contenere l’epidemia e prevenire nuove recrudescenze.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.