Roma – La cura per l’HIV potrebbe essere più vicina che mai dopo che un team di studiosi ha scoperto un nuovo modo per espellere il virus dal suo “nascondiglio” nelle cellule umane. La capacità di questo virus di nascondersi all’interno di alcuni globuli bianchi è stata una delle principali sfide per gli scienziati alla ricerca di una cura, perché comporta che esista sempre una riserva di HIV nell’organismo che né il sistema immunitario né i farmaci possono contrastare. Ora i ricercatori del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne hanno scoperto un modo per rendere visibile il virus, aprendo la strada alla sua completa eliminazione dall’organismo. Si basa sulla tecnologia mRNA, che ha acquisito notorietà durante la pandemia da Covid-19 quando è stata utilizzata nei vaccini prodotti da Moderna e Pfizer/BioNTech. In un articolo pubblicato su Nature Communications , i ricercatori hanno dimostrato per la prima volta che l’mRNA può essere trasportato nelle cellule in cui si nasconde l’HIV. Una volta lì l’mRNA istruisce le cellule a rivelare il virus. A livello globale, quasi 40 milioni di persone convivono con l’HIV e devono assumere farmaci per tutta la vita per sopprimere il virus così da essere sicuri di non sviluppare sintomi e di non trasmetterlo. Per molti, la malattia rimane mortale: i dati di UNAids indicano che nel 2023 una persona è morta di HIV ogni minuto. “In precedenza si pensava fosse impossibile” trasportare l’mRNA al tipo di globulo bianco che ospita l’HIV, ha affermato la dottoressa Paula Cevaal, ricercatrice presso il Doherty Institute e co-prima autrice dello studio, perché quelle cellule non assorbivano le bolle di grasso, o nanoparticelle lipidiche (LNP), utilizzate per trasportarlo. Il team ha sviluppato un nuovo tipo di LNP che queste cellule accettano, noto come LNP X. Ha affermato: “La nostra speranza è che questo nuovo design di nanoparticelle possa rappresentare una nuova strada verso una cura per l’HIV”. Quando un collega presentò per la prima volta i risultati dei test alla riunione settimanale del laboratorio, Cevaal disse che sembravano troppo belli per essere veri. “L’abbiamo rimandata in laboratorio per ripeterlo, e la settimana successiva è tornata con risultati altrettanto buoni. Quindi dovevamo crederci. E naturalmente, da allora, abbiamo ripetuto l’analisi molte, molte, molte altre volte. Eravamo sopraffatti da quanto fosse diversa la situazione: prima non funzionava, e poi, all’improvviso, funzionava. E tutti noi eravamo lì a bocca aperta, tipo, ‘Wow’.” Saranno necessarie ulteriori ricerche per stabilire se la rivelazione del virus sia sufficiente a consentire al sistema immunitario dell’organismo di affrontarlo oppure se sarà necessario combinare la tecnologia con altre terapie per eliminare l’HIV dall’organismo.(30Science.com)