Valentina Di Paola

La placenta è stata fondamentale nell’evoluzione umana

(20 Giugno 2025)

Roma – La placenta e i livelli ormonali nell’utero hanno giocato un ruolo chiave nell’evoluzione umana. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Evolutionary Anthropology, condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge e dell’Università di Oxford. Il team, guidato da Alex Tsompanidis, Robin Dunbar e Graham Burton, ha presentato un nuovo approccio per spiegare l’origine di alcuni tratti tipici della specie umana, che hanno favorito l’evoluzione della nostra specie. Secondo gli esperti, la placenta e gli ormoni che produce hanno determinato molti tratti comportamentali che hanno permesso alle società umane di prosperare ed espandersi. “Piccole variazioni nei livelli prenatali di ormoni steroidei – afferma Tsompanidis – possono predire il tasso di apprendimento sociale e cognitivo nei neonati e persino la probabilità di condizioni come l’autismo. Questo ci ha spinto a considerare la loro rilevanza per l’evoluzione umana”. “Sappiamo da tempo – aggiunge Dunbar – che vivere in gruppi sociali più grandi e complessi è associato a un aumento delle dimensioni del cervello. Ma non sappiamo ancora quali meccanismi possano collegare questi adattamenti comportamentali e fisici negli esseri umani”. Nel nuovo paper, gli autori ipotizzano che gli ormoni steroidei prenatali, come testosterone ed estrogeni, possano svolgere un ruolo in queste dinamiche. Gli organoidi cerebrali, spiegano gli esperti, hanno permesso di analizzare gli effetti degli ormoni sul cervello umano, ed è stato dimostrato che il testosterone può aumentare le dimensioni dell’organo, mentre gli estrogeni favoriscono la connettività neuronale. “La placenta – sottolinea Burton – regola la durata della gravidanza e l’apporto di nutrienti al feto, entrambi cruciali per lo sviluppo del cervello. Recentemente è stato dimostrato che i livelli di estrogeni nelle donne in gravidanza sono più elevati rispetto alle femmine animali. Finora, però, non era chiaro quale fosse il vantaggio della placenta umana rispetto alle altre specie”. Sebbene il testosterone sia effettivamente collegato a comportamenti e caratteristiche specifiche, il suo effetto sembra meno evidente rispetto agli altri primati. Al contrario, le caratteristiche anatomiche specifiche degli esseri umani sembrano essere più legate ad aspetti della biologia femminile piuttosto che a quella maschile, e agli effetti degli estrogeni. Nel complesso, i risultati suggeriscono che gli elevati di ormoni steroidei sessuali prenatali nell’utero, combinati con una maggiore funzionalità placentare, possano aver reso il cervello umano più grande e più interconnesso. Allo stesso tempo, un rapporto inferiore tra androgeni ed estrogeni potrebbe aver portato a una riduzione della competizione tra maschi, migliorando al contempo la fertilità femminile e consentendo agli esseri umani di formare gruppi sociali più ampi e coesi. “Il nostro lavoro – conclude Simon Baron-Cohen, altra firma dell’articolo – è importante anche per valutare la neurodiversità nelle popolazioni umane. La nostra ipotesi pone la gravidanza al centro della nostra storia come specie. Il cervello umano è straordinario e unico, ma non si sviluppa nel vuoto. Gli adattamenti nella placenta e nel modo in cui produce ormoni steroidei sessuali potrebbero essere stati cruciali per l’evoluzione del nostro cervello e per l’emergere dei tratti cognitivi e sociali che ci rendono umani”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).