Roma – Sviluppato LUCAS, un nuovo strumento diagnostico che risolve le carenze degli strumenti attuali e identifica con maggiore precisione SARS-CoV-2, HIV, HBV e HCV nei campioni dei pazienti, grazie a una tecnologia basata su un sistema a cascata enzimatico di bioluminescenza. A farlo i ricercatori del Massachusetts General Brigham, guidati dal dott. Hadi Shafiee, membro della Divisione di Ingegneria in Medicina e della Divisione di Medicina Renale del Brigham and Women’s Hospital. I risultati sono stati pubblicati su Nature Biomedical Engineering. LUCAS rappresenta un significativo progresso nella diagnostica point-of-care per la rilevazione di virus come SARS-CoV-2, HIV, HBV e HCV, superando le limitazioni degli strumenti attuali grazie a segnali di bioluminescenza 500 volte più intensi e 8 volte più duraturi. Questo risultato è stato ottenuto integrando un enzima aggiuntivo, la beta-galattosidasi, che rilascia continuamente molecole di luciferina, amplificando e prolungando la reazione luminosa generata dalla luciferasi, enzima naturale responsabile della luce emessa dalle lucciole. La squadra di ricerca ha testato LUCAS su 177 campioni di pazienti infetti, ottenendo risposte diagnostiche entro 23 minuti con un’accuratezza media superiore al 94% per tutti i patogeni analizzati. Lo strumento è progettato per essere portatile e facile da usare, rendendolo adatto sia a contesti con risorse limitate sia a quelli più avanzati. Gli autori sottolineano che LUCAS potrebbe aprire la strada a diagnosi precoci e personalizzate, facilitando il monitoraggio e il trattamento delle infezioni virali e potenzialmente di altre malattie attraverso il rilevamento di biomarcatori emergenti in diversi fluidi biologici. In conclusione, LUCAS si configura come una promettente tecnologia diagnostica che, grazie all’innovativo uso della bioluminescenza a cascata enzimatica, potrebbe rivoluzionare l’approccio alla diagnosi rapida e sensibile di infezioni virali complesse. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.