Roma – L’età della madre influenza la salute dei bambini alla nascita. Lo rivela uno studio condotto da Sofia Voss, medico tirocinante presso l’Università di Uppsala e autrice principale, insieme a ricercatori dell’Università di Uppsala e dell’Università di Linköping, pubblicato su Acta Pediatrica. Lo studio si basa su dati di 312.221 nascite in Svezia tra il 2010 e il 2022, escludendo parti gemellari, e suddivide le madri in tre gruppi di età: 35-39 anni, gruppo di riferimento, 40-44 anni e 45 anni e oltre. I risultati mostrano che, sebbene le complicazioni gravi siano rare in generale, i figli di madri più anziane presentano un rischio significativamente maggiore di morte fetale, parto prematuro, basso peso alla nascita relativo alla durata della gravidanza e ipoglicemia rispetto ai bambini nati da madri tra 35 e 39 anni. In particolare, la mortalità in utero raggiunge lo 0,83% nelle gravidanze di donne di 45 anni o più, rispetto allo 0,42% nel gruppo di riferimento. La percentuale di parti prematuri aumenta dal 4,8% nel gruppo 35-39 anni al 6,1% per le madri 40-44 anni e all’8,4% per quelle di 45 anni o più. Lo studio sottolinea come l’aumento dell’età materna sia associato anche a fattori di rischio aggiuntivi, quali un indice di massa corporea più elevato, un maggior ricorso a tecniche di riproduzione assistita, un rischio maggiore di malattie durante la gravidanza e una frequenza più alta di parti cesarei. Questi dati consentono di pianificare interventi sanitari mirati per le madri anziane e di fornire informazioni più precise alle donne che pianificano gravidanze in età avanzata, contribuendo a scelte consapevoli e a una migliore gestione clinica. In conclusione, lo studio evidenzia che l’età materna avanzata, specialmente oltre i 45 anni, comporta un aumento dei rischi per la salute neonatale, anche se le complicazioni gravi rimangono rare nel contesto svedese. Questi risultati possono guidare strategie di screening e intervento per migliorare gli esiti per madri e bambini.(30Science.com)