Roma – Nonostante alcune statistiche iniziali avessero indicato una diminuzione degli infarti ospedalieri dall’inizio della pandemia di COVID-19, in realtà i decessi cardiaci domiciliari sono aumentati significativamente. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori del Mass General Brigham, pubblicato su JAMA Network Open. La ricerca ha analizzato i dati dei certificati di morte di 127.746 persone decedute nel Massachusetts tra il 2020 e il 2023. I ricercatori hanno osservato che i decessi per cause cardiache sono risultati superiori del 16% rispetto alle attese nel 2020, del 17% nel 2021 e nel 2022, e del 6% nel 2023, rispetto ai dati pre-pandemici 2014-2019. Questo incremento si è verificato in concomitanza con una riduzione dei ricoveri ospedalieri per patologie cardiache, suggerendo che molte persone sono morte a casa senza ricevere cure adeguate. Gli autori sottolineano come la pandemia abbia provocato un cambiamento nelle scelte dei pazienti riguardo alla ricerca di assistenza medica e negli esiti dopo eventi cardiaci acuti. L’aumento dei decessi domiciliari indica una possibile carenza nell’assistenza cardiaca durante e dopo il picco pandemico, con importanti implicazioni per la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari nelle persone a rischio. Senza l’analisi dei certificati di morte, questo aumento della mortalità cardiaca nella popolazione sarebbe potuto rimanere inosservato. I risultati si inseriscono in un quadro più ampio di evidenze che mostrano come la pandemia abbia influenzato negativamente la gestione delle malattie cardiovascolari, con ritardi nelle cure, riduzione dei ricoveri e aumento della mortalità per infarto e altre patologie cardiache, come confermato anche da studi in altre aree geografiche e contesti clinici. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Covid: infarti e decessi cardiaci domiciliari in aumento a causa della pandemia
(3 Giugno 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.