Roma – Il 90 per cento dei posti di lavoro attualmente disponibili in Francia funziona come un collo di bottiglia: facilmente accessibili, ma piuttosto complicati da abbandonare. Lo rivela uno studio, pubblicato sul Journal of Statistical Mechanics: Theory and Experiment (JSTAT), condotto dagli scienziati dell’École Polytechnique di Parigi. Il team, guidato da Max Knicker, Karl Naumann-Woleske e Michael Benzaquen, fornisce una mappatura dettagliata delle caratteristiche di accessibilità e trasferibilità all’interno della rete occupazionale francese. I ricercatori hanno rivelato una forte rigidità strutturale nel sistema del lavoro nel suo complesso e costituiscono una base per comprendere quali tipi di interventi e decisioni politiche potrebbero contribuire a superare questa situazione. Tecnologia, cambiamenti negli stili di vita, migrazioni e altre problematiche stanno rapidamente trasformando il mercato del lavoro, rendendo obsolete professioni molto richieste solo dieci anni fa.

Visualizzazione grafica della rete del mercato del lavoro ponderata e orientata derivata dalla matrice di probabilità di transizione, calcolata a partire da dati relativi al periodo 2012-2020. Ogni nodo simboleggia una professione, con collegamenti che illustrano le transizioni tra di essi. Le dimensioni dei nodi corrispondono alla dimensione della forza lavoro della professione, mentre il colore dei nodi indica la sua comunità BRIM (Blondel et al., 2008a). La larghezza delle linee è proporzionale alla probabilità di transizione. Il layout si basa sull’algoritmo OpenOrd (Martin et al., 2011) e il grafico è stato generato utilizzando Gephi (Bastian et al., 2009).
Credito
Max Knicker, Karl Naumann-Woleske e Michael Benzaquen – École Polytechnique Paris.
Ciò influisce direttamente sulla vita delle persone e ha un impatto anche sullo sviluppo economico. I ricercatori hanno applicato strumenti di analisi di rete ai dati degli ultimi dieci anni del mercato del lavoro francese. Come punto di forza, gli autori evidenziano che il lavoro si è basato su dati reali e completi associati a tutta la Francia, forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica e degli Studi Economici tramite il servizio del Secure Data Access Center (CASD). In totale, gli scienziati hanno considerato i dati di circa 30 milioni di lavoratori e datori di lavoro, che sono stati monitorati per un periodo di 10 anni. “Abbiamo poi assegnato a ciascuna professione un punteggio per due parametri chiave: trasferibilità e accessibilità – afferma Knicker – la trasferibilità misura la diversità delle professioni a cui le persone si rivolgono a partire da una determinata professione. L’accessibilità, invece, misura la diversità delle origini delle persone che intraprendono una determinata professione, indicando quanto sia ampiamente accessibile da tutto il mercato del lavoro”. Sulla base di questa classificazione, sono state distinte quattro categorie. Le occupazioni con elevata trasferibilità ma bassa accessibilità sono diffusers (diffusori) mentre quelle difficili da raggiungere con poche transizioni in avanti sono channel (canali). I lavori ampiamente accessibili e altamente trasferibili sono hub, perché fungono da nodi centrali nella rete di transizione. La tipologia più diffusa, però è quella dei condensers (condensatori), molto limitati dal punto di vista della progressione ma accessibili da diversi background. “Questo studio – conclude Knicker – potrebbe contribuire a orientare gli sforzi per promuovere transizioni più fluide nel mercato del lavoro. La nostra metodologia può essere applicata ad altri contesti e nel futuro speriamo di tracciare i percorsi di carriera individuali e integrare altri tipi di dati, come le informazioni su specifici percorsi di formazione professionale”. (30Science.com)