Roma – Dopo la fine della guerra in Afghanistan, il punteggio medio di soddisfazione della vita nel paese ha raggiunto il livello più basso mai registrato dal 1946 al 2022. Lo rivela uno studio guidato da Levi Stutzman, dell’Università di Toronto, riportato sulla rivista Science Advances. Lo studio si basa su un’analisi di 4.127 interviste faccia a faccia raccolte tramite il sondaggio Gallup World Poll, coprendo tre fasi chiave: la guerra in corso, 2018-2019, il ritiro degli Stati Uniti e l’insediamento talebano, 2021, e il governo talebano consolidato, dopo il 2022.
- Diminuzione della soddisfazione di vita in Afghanistan tra il 2018 e il 2022 e (B) percentuale di intervistati che hanno approvato il governo talebano in Afghanistan nel 2022 Credito Phyllis Lun, Università di Toronto
- Fig. 2. Diminuzione dei punteggi medi di soddisfazione della vita per regione afghana dal 2018 al 2022. Credito Stutzman et al., Sci. Adv. 11, eads4156
- ig. 4. Potenziali moderatori della soddisfazione di vita in Afghanistan (2018-2019, 2021 e 2022). Credito Stutzman et al., Sci. Adv. 11, eads4156
- Fig. 3. Confronto del punteggio medio di soddisfazione della vita in Afghanistan nel 2022 con le medie di altri set di dati Credito Stutzman et al., Sci. Adv. 11, eads4156
Gli autori si sono concentrati su due indicatori di benessere soggettivo: la soddisfazione per la vita e il senso di speranza tra la popolazione afghana. I risultati mostrano che, contrariamente all’aspettativa che la fine di un conflitto porti a un miglioramento del benessere, la conclusione della guerra ha coinciso con un crollo drammatico di questi indicatori. La soddisfazione media per la vita è scesa a 1,28 su una scala da 0 a 10, il valore più basso mai misurato a livello globale in oltre 170 paesi, mentre il punteggio medio di speranza è calato a 1,02 su 10. Due terzi dei partecipanti hanno riportato un punteggio di soddisfazione pari a 0 o 1, indicando un livello di benessere estremamente basso. Gli autori sottolineano come le conseguenze della guerra continuino a pesare sul benessere psicologico, sociale ed economico degli afghani, suggerendo la necessità di un maggiore sostegno internazionale per affrontare queste sfide e permettere alla popolazione di ricostruire le proprie vite. Questa ricerca fornisce una quantificazione rigorosa del declino del benessere post-conflitto, mettendo in luce che la cessazione delle ostilità non garantisce automaticamente un miglioramento della qualità della vita per i civili coinvolti, soprattutto in contesti di instabilità politica e sociale persistente.(30Science.com)