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I batteri si sono evoluti per aiutare le cellule vicine dopo la morte

(14 Febbraio 2025)

Roma – Un particolare tipo di batterio E-coli produrrebbe, alla propria morte un enzima capace di scomporre le cellule in nutrienti utili a sostenere le cellule vicine. Lo attesta uno studio dell’Università di Durham, Regno Unito, pubblicato su Nature Communications secondo cui la morte per alcuni organismi non rappresenterebbe la fine di un processo biologico programmato, m l’occasione per l’evoluzione della specie. Per dare ragione a questo fenomeno i ricercatori ipotizzano che cellule vicine che ottengono nutrienti dalle cellule morte, siano clonalmente correlate alla cellula morta, ovvero quest’ultima fornirebbe nutrienti alle proprie simili, analogamente a come gli animali nutrono i membri più giovani del loro gruppo familiare. La scoperta dimostra che i processi dopo la morte, come quelli durante la vita, possono essere programmati biologicamente e soggetti a evoluzione. Pertanto o ricercatori sostengono che le biomolecole che regolano i processi dopo la morte possano essere sfruttate in futuro come nuovi bersagli per le malattie batteriche o come candidati per migliorare la crescita batterica in biotecnologia. In definitiva, la modellazione di tali processi utilizzando strumenti di fisica statistica potrebbero fornire principi per la progettazione si soluzioni per la salute dell’uomo, in un contesto di un’economia più circolare in cui il riciclaggio deve essere integrato fin dalle fasi iniziali.(30Science.com)

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