Francesca Morelli

Tumori: allo studio il ruolo della cinetica nell’infezione da HPV

(22 Gennaio 2025)

Roma – L’infezione cronica da HPV (Papilloma Virus Umano) è responsabile di oltre 600.000 nuovi tumori ogni anno, in prevalenza tumori della cervice uterina. Numeri che hanno indotto alcuni ricercatori del National Centre for Scientific Research (CNRS), in Francia, a studiare le cause cinetiche dell’infezione da HPV in un nuovo studio longitudinale, riferito cioè a dati raccolti da uno stesso gruppo di individui nel corso di un determinato periodo temporale, pubblicato oggi su Open Access PLOS Biology. Obiettivo della ricerca era studiare la dinamica di sviluppo di questi tumori, quindi avviare trattamenti specifici, screening e vaccinazioni. Lo studio attesta che le infezioni da HPV non persistenti sono caratterizzate da un forte aumento della carica virale seguito da un lungo plateau, un periodo cioè di sostanziale stabilità con lievi oscillazioni verso l’alto o il basso, che interessano quasi il 20% di donne di 25 anni di età. Fortunatamente, la stragrande maggioranza di queste infezioni guarisce entro due anni senza sintomi: comprendere il motivo per cui alcune infezioni scompaiono ed altre persistono potrebbe migliorare le strategie di intervento per malattie associate all’HPV. Per monitorare le dinamiche dell’infezione da HPV, è stato così avviato lo studio di coorte PAPCLEAR che ha seguito 189 donne di età compresa tra 18 e 25 anni per un massimo di 24 mesi, raccogliendo ogni due mesi informazioni sulla cinetica virale e sui marcatori immunitari. Il monitoraggio stretto ha premesso di rilevare che nelle infezioni non persistenti l’innesco della carica virale inizia circa 2 mesi dopo l’infezione con una durata dai 13 ai 20 mesi prima di diminuire rapidamente. Inoltre, è stata trovata una forte correlazione in una popolazione di cellule immunitarie – le cellule TCRγδ – tra l’immunità innata e adattativa e la quantità totale di virus prodotti. Lo studio non piò essere considerato conclusivi anche a causa di alcuni limiti, ad esempio l’interruzione di molti follow-up dell’infezione poiché le partecipanti erano già infette al momento dell’arruolamento o sono state perse al follow-up prima della scomparsa dell’infezione. Inoltre, solo 4 delle 76 partecipanti infetti sono state seguite per 18 mesi o più. Pertanto, le differenze tra infezioni croniche e acute dovranno essere oggetti di nuovi studi e di valutazioni per periodi più lunghi. “Le infezioni genitali asintomatiche da HPV mostrano dinamiche al confine tra infezioni acute e croniche e sembrano essere associate a modelli specifici della risposta immunitaria locale innata e adattativa”, concludono gli autori.(30Science.com)

Francesca Morelli