Roma – Negli ultimi 5 anni, in Inghilterra e Galles, le donne che hanno richiesto un aborto hanno mostrato una tendenza a sostituire metodi contraccettivi ormonali affidabili con approcci più naturali e meno sicuri. Questo scoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sul British Medical Journal Sexual & Reproductive Health, condotto dagli scienziati del National Health Service Forth Valley. Il team, guidato da Rosie McNee, ha confrontato i dati del British Pregnancy Advisory Service per i periodi da gennaio a giugno per il 2018 e il 2023. Le informazioni riguardavano rispettivamente 33.495 e 55.055 partecipanti. A livello mondiale, spiegano gli esperti, le donne sono sempre più restie a seguire metodi contraccettivi ormonali, in calo dal 2010. Stando a quanto emerge dall’indagine, nel corso dei cinque anni, l’uso della pillola, della minipillola, degli impianti, dei cerotti e degli anelli vaginali ha lasciato il posto a metodi più “naturali”, ma meno efficaci, come le app di monitoraggio del ciclo mestruale. Nel 2023, un numero inferiore di donne under 25 è ricorso all’aborto rispetto al 2018. I dati evidenziano, però un cambiamento considerevole nei metodi anticoncezionali utilizzati, con un aumento degli approcci basati sulla consapevolezza della fertilità che è incrementato dallo 0,4 al 2,5 per cento. L’uso di tecniche ormonali è sceso dal 19 all’11 per cento, mentre gli impianti reversibili, come la spirale, sono calati dal 3,0 allo 0,6 per cento. Allo stesso tempo, le pazienti che hanno dichiarato di non aver usato alcuna forma di controllo della gravidanza sono aumentate dal 56 al 70 per cento. La natura osservazionale del lavoro, spiegano gli scienziati, non permette di trarre conclusioni sulla relazione di causalità. Saranno tuttavia necessari ulteriori approfondimenti per comprendere le ragioni alla base di questi cambiamenti, ma le implicazioni per i servizi sanitari potrebbero essere molto ampie. “La tendenza a preferire metodi contraccettivi di tipo naturale – commentano gli autori – è associata a tassi notevolmente più elevati di difficoltà nell’accesso a tecniche più efficaci di controllo delle gravidanze indesiderate”. “Sebbene l’aumento dei tassi di aborto sia multifattoriale – concludono gli scienziati – le variazioni nell’uso di contraccettivi rappresentano un punto di indagine importante. È fondamentale comunicare alle giovani donne i limiti di questi approcci, in modo da favorire scelte di salute sessuale informate e consapevoli”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).