Valentina Di Paola

La carenza di opportunità sociali è un rischio per i bimbi con anemia falciforme

(8 Ottobre 2024)

Roma –  I bambini in età prescolare affetti da anemia falciforme che vivono in situazioni di distanza da supermercati e fonti di alimenti e hanno un accesso limitato ai trasporti corrono un rischio maggiore di sviluppare complicazioni acute e di necessitare ricovero ospedaliero. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Blood Advances, condotto dagli scienziati del St. Jude’s Children’s Research Hospital di Memphis. Il team, guidato da Jason Hodges, ha esaminato una serie di fattori a livello di comunità, come la distanza delle famiglie dai negozi di alimentari, il numero di bambini in famiglia, il reddito medio nell’ambito del quartiere, l’istruzione dei genitori. Per l’analisi, gli autori hanno valutato i dati demografici, di trattamento e necessità di cure specialistiche per 435 bambini di età compresa tra zero e sei anni. I piccoli partecipanti erano iscritti al Sickle Cell Disease Clinical Research and Intervention Program, un’indagine longitudinale volta a valutare il trattamento, l’uso dell’assistenza sanitaria e i risultati degli individui con anemia falciforme. Gli esperti hanno mappato e raggruppato gli indirizzi di residenza, considerando anche le possibilità e la facilità di raggiungere supermercati, mercati e distribuzione di cibo. “Nonostante il livello di assistenza ricevuto dalle famiglie e dai pazienti all’interno della nostra clinica – afferma Hodges – abbiamo notato una notevole lacuna in termini di capacità di affrontare le barriere all’interno della comunità. Il quartiere e il contesto da cui provengono i pazienti ha un impatto enorme sulla salute”. Alcuni lavori precedenti, riportano gli esperti, rivelavano che i determinanti sociali della salute, ovvero le condizioni in cui le persone nascono, crescono, lavorano, vivono e studiano, possono influenzare la salute della popolazione pediatrica con anemia falciforme, ma si sa ancora poco dell’impatto legato a fattori come l’accesso ai trasporti, il livello economico, l’istruzione e la vicinanza ai supermercati. Nell’ambito dell’indagine, tutti i partecipanti ricevevano le cure standard, a base di idrossiurea e trasfusioni quando necessario, insieme a supporto sociale, come trasporto e servizi di distribuzione di alimenti. Dopo aver aggiustato i dati in base al genotipo della malattia, il gruppo di ricerca ha scoperto che i bimbi nella fascia 0-6 che abitavano in famiglie situate a oltre 1,6 chilometri da un supermercato erano associati a un rischio del 44 e del 37 per cento più elevato di richiedere un ricovero e delle cure specifiche, rispettivamente. Anche la carenza di un veicolo per la locomozione sembrava aumentare il pericolo di sperimentare problematiche. “Il nostro lavoro – commenta Hamda Khan, collega e coautore di Hodges – suggerisce che, indipendentemente dalla quantità di cure fornite e dalla possibilità di nuove terapie per i pazienti con anemia falciforme, i rischi di sviluppare ricadute o sintomi gravi aumenta per le famiglie che vivono in condizioni di deserto alimentare e non hanno la possibilità di spostarsi agevolmente”. Nei prossimi step, concludono gli autori, sarà interessante valutare anche fattori come la dimensione delle famiglie, la qualità dell’assistenza sanitaria e i pericoli ambientali. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).