Roma – Una grande produzione scientifica, per numero e qualità, l’attrazione di moltissimi giovani, la creazione di una nuova generazione di ricercatori, la capacità di interagire tra gruppi con competenze diverse a livello locale e internazionale hanno portato la ricerca italiana sulle malattie infettive a un livello di assoluto rilievo tra i partner europei.
Un risultato che, al di là dei tanti, singoli successi dei nodi di ricerca del Partenariato Esteso MUR-PNRR INF-ACT rende bene l’idea del positivo clima che emerge dal meeting 2024 di Pavia.
“In quasi due anni abbiamo saputo coinvolgere oltre 60 istituzioni, ma soprattutto stiamo formando una nuova generazione di microbiologi, infettivologi, veterinari, genetisti, igienisti, matematici, medici a cui dare un lessico comune necessario per creare reti collaborative. Abbiamo assunto decine di giovani ricercatori che hanno capito l’importanza del lavoro: loro, presto, saranno pronti per il cambio generazionale.” – Federico Forneris, presidente della Fondazione INF-ACT
Dall’impiego delle alghe per somministrare i farmaci, alla condivisione delle banche dati di ricerca, alla scoperta degli effetti di famiglie virali finora trascurate, allo studio dei fagi ingegnerizzati quali vettori per i farmaci, al nuovi network per lo studio della resistenza agli insetticidi.
I due anni di lavoro del Partenariato Esteso INF-ACT ha portato successi su molti fronti, frutto del lavoro di oltre 700 ricercatori impegnati su 5 macro-temi di ricerca e distribuiti in 25 enti e oltre 40 istituzioni partner ospitanti, i vincitori dei bandi a cascata, tra cui figurano università pubbliche e private, aziende ospedaliere, società scientifiche, enti privati di ricerca, aziende e start-up.
Un enorme gruppo di lavoro composito, pensato per rendere l’Italia un paese capace di affrontare efficacemente la sfida creata da potenziali malattie infettive emergenti.
“I risultati raggiunti confermano l’importanza di mettere a fattor comune le competenze trasversali presenti in Italia. All’interno dei nostri atenei e degli enti di ricerca sono presenti numerose eccellenze, ma per fare un salto di qualità alla ricerca è necessario far dialogare e far collaborare queste realtà.” – Federico Forneris, presidente della Fondazione INF-ACT “L’approccio collaborativo di INF-ACT ha permesso che le specificità di ogni settore di ricerca diventino la base per affrontare il problema delle possibili epidemie secondo un approccio ‘One Health’.”
In due anni, il Partenariato Esteso INF-ACT ha ottenuto oltre 500 pubblicazioni scientifiche. Ai 350 ricercatori del team originale, in questi due anni si sono aggiunti 245 reclutamenti tra borse di dottorato, borse di ricerca, assegni di ricerca, tecnologi. Nel 2023 grazie ai bandi a cascata sono stati finanziati6 progetti, che coinvolgono 161 ricercatori, nel 2024, grazie ai bandi a cascata 2024, saranno avviati ulteriori 3 progetti con 28 ricercatori.
In questo modo ai 25 enti iniziali della rete INF-ACT si sono aggiunte 44 istituzioni (università pubbliche e private, aziende ospedaliere, società scientifiche, enti privati di ricerca, aziende e start-up), di cui 26 con sede al centro nord e 18 nelle regioni del sud. Per quanto riguarda lo sviluppo delle nuove generazioni di scienziati, la Fondazione ha finanziato, con 450.000 euro, tre borse di Mid Career, per ricercatori a metà della loro carriera professionale. A loro si aggiungono 15 giovani ricercatori che hanno vinto le borse Early Career Award da 15.000 euro.(30Science.com)