Valentina Arcovio

Arriva in rete il primo archivio lessicale dei dialetti trentini

(27 Settembre 2024)

Roma – Il Trentino vanta una ricca tradizione di lessicografia dialettale. Le diverse aree territoriali presentano peculiarità linguistiche proprie. Un patrimonio culturale, oggetto di innumerevoli studi, che adesso viene condiviso in rete per renderlo fruibile a tutte le persone interessate alla materia. Si chiama “Archivio lessicale dei dialetti trentini” (ALTr). È il risultato di un progetto partito negli anni Novanta dall’Università di Trento, curato da Patrizia Cordin e Stefano Bernardini dell’allora Facoltà di Lettere, oggi Dipartimento di Lettere e Filosofia. Un lavoro di ricerca pluridecennale e certosino che si era concretizzato, nel 2006, con la realizzazione di un CD – Rom, contenente oltre 30mila schede lessicali relative alle parlate romanze nella provincia di Trento. Questa prima parte dello studio era stata finanziata con fondi del Ministero dell’Università e della Provincia autonoma di Trento. Ma si sa, la tecnologia corre veloce. E oggi questo strumento risulta obsoleto, tanto da non essere più supportato da molti programmi e apparecchiature informatiche. Per non disperdere la dettagliata opera di raccolta, si è deciso di riproporla in formato digitale e metterla in rete. Insieme a Tiziana Gatti, ora funzionaria del Museo Castello del Buonconsiglio Monumenti e collezioni provinciali, e a una squadra di linguisti, dialettologi, antropologi, informatici, i due autori Cordin e Bernardini, hanno dato vita a un “dizionario dei dizionari trentini” online. Si tratta quindi di una vera e propria banca dati, la prima pubblicata in Internet, ampliata e arricchita con nuove voci. Raccoglie il lessico dialettale di sei aree del Trentino: zona centrale, valle di Cembra, Valsugana, Primiero, valle di Non e val di Sole. Lo fa grazie mettendo insieme cinque autorevoli dizionari dei dialetti trentini risalenti alla seconda metà del Novecento: quello di Lionello Groff (1955) per il lessico parlato nel capoluogo e nell’area circostante; di Angelo Prati (1960) per il dialetto della Valsugana; di Enrico Quaresima (1964) che riguarda i territori solandri e nonesi; di Livio Tissot (1976) per il dialetto del Primiero e quello di Aldo Aneggi (1984) per il glossario gergale cembrano. In totale l’ALTr conta 47.328 schede lessicali. Ogni scheda, accanto al termine dialettale, riporta la trascrizione fonetica del termine, la traduzione italiana, le informazioni relative alla fonte (autore, area geografica di riferimento, località), possibili varianti ed eventuali osservazioni. Non mancano poi, se disponibili, fotografie o disegni riferiti all’oggetto designato. Un’interfaccia semplice e intuitiva, di facile navigazione anche per i non addetti. Chi non conosce un termine dialettale può iniziare la ricerca dal termine italiano per trovare tutte le varianti presenti nei dialetti delle aree trentine incluse nella banca dati. Oppure si può cercare un preciso lemma dialettale, anche senza conoscerne la trascrizione precisa (il sistema infatti permette di trovare la parola specifica) e verificarne significato e usi. È anche possibile sapere se lo stesso termine è usato in una sola o in più varietà dialettali. Per un termine italiano si possono trovare anche 80 schede. E così si può scoprire, per esempio, che al vocabolo “bambino” sono collegate una settantina di schede che ne mostrano le diverse traduzioni nei dialetti delle aree considerate: bambìn, bimbi, bòcia, asilòt, bagègia, bàgherle, bagolòt, bagòt, boldraso, bòzol, sbrich, brigolòt, creatura, creòla, cria, fantolìn, fonzìch, gnòco, gnochét, matelòt, ecc. (30Science.com)

Valentina Arcovio