Rom – “Siamo davvero contenti del riconoscimento che il nostro progetto ha ricevuto. Abbiamo lavorato con l’idea di promuovere una nuova idea di inclusività, dove non ci fosse alcuna differenza tra il malato e il caregiver che lo accompagna”. Con queste parole Giovanna Forlanelli, Presidente della Fondazione Luigi Rovati, commenta con l’AGI l’inaugurazione di “Stare bene insieme”, un’iniziativa che promuovere un percorso di visita museale alle persone con patologie neurodegenerative e ai loro accompagnatori. Realizzato in collaborazione con la Cooperativa La Meridiana, il progetto è il risultato di una serie di ricerche scientifiche e si concentra sull’inclusività museale della diade costituita dalle persone con demenza e i loro caregiver, con l’obiettivo di rendere l’accesso al museo non solo adeguato, ma inserito in una logica di normalità di vita e ritmo giornaliero. “La visita – spiega Forlanelli – si svolge in autonomia. Tutto il personale del museo ha ricevuto una formazione specifica per far sì che l’esperienza sia più inclusiva possibile. I percorsi si snodano sui due piani museali e sono illustrati da libretti guida accompagnati da video esplicativi di tutte opere selezionate nei percorsi”. Dopo una fase di studio della letteratura e la stesura del protocollo di ricerca, da gennaio ad aprile 2024, la Fondazione ha accolto 12 coppie per un totale di 35 visite. Lavorando a stretto contatto con la Cooperativa La Meridiana, raccolto dati sul benessere generato dalla visita museale, sul gradimento dell’esperienza e il feedback sull’efficacia dei percorsi di visita proposti. La successiva analisi dei dati ha mostrato come l’esperienza sia stata positiva per entrambi i componenti della diade, creando anche momenti di socialità esterni al museo. “I risultati sono stati davvero positivi – continua la Presidente della Fondazione – l’84 per cento dei pazienti ha riportato di sentirsi felice, coinvolto, sicuro e rilassato, e la maggior parte dei malati ha riferito di non aver percepito fatica durante la visita. L’aspetto più incoraggiante è che una volta tornati nelle strutture di accoglienza, i visitatori coinvolgevano anche gli altri, raccontando la visita al museo come un’esperienza positiva”. “Accolgo con entusiasmo il progetto Stare bene insieme – afferma Francesca Caruso, Assessore alla Cultura della Regione Lombardia – questa iniziativa, che prevederà un nuovo percorso di visita rivolto alle persone con patologie neurodegenerative e ai loro accompagnatori, si inserisce perfettamente nell’idea di arte ‘curativa’, prefiggendosi il valoroso obiettivo di rendere l’accesso ad un museo non solo adeguato, ma anche inserito in una logica di normalità di vita e di ritmo giornaliero”. Per promuovere accoglienza e inclusività, agli operatori è stata trasmessa l’importanza di comportarsi con ascolto attivo ed empatia, non intervenendo se non interpellati o solo in caso di necessità. “Un giorno abbiamo avuto una diade in visita – riporta Forlanelli – e una dei docenti che ha partecipato alla realizzazione dei video si è avvicinata alla malata conversando con lei pensando di rivolgersi alla caregiver. Questo è emblematico del nostro modo di pensare, perché la paziente era a proprio agio in un ambiente sicuro, e non è stato semplice riconoscere l’individuo con neurodegenerazione rispetto al caregiver”. A conclusione della conferenza di presentazione dei primi risultati, il Segretario generale di Federazione Alzheimer Italia, Mario Possenti, ha consegnato alla Presidente Giovanna Forlanelli il logo per il primo museo a Milano ‘Dementia Friendly’, che riconosce alla Fondazione Luigi Rovati l’impegno a favore delle persone con demenza. “Il nostro obiettivo finale – conclude – è quello di raggiungere una piena inclusività per tutti i visitatori, che possono vivere l’esperienza di una visita normale anche in caso di fragilità. L’idea è quella di raggiungere una qualità di vita normale anche per le persone che hanno una disabilità”. (AGI)
Valentina Di Paola
Progetto Stare bene insieme, presentato a Milano un museo che promuove l’inclusione per i malati di demenza
(30 Settembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).