Lucrezia Parpaglioni

La proteina Tau ha anche un lato positivo per il cervello

(3 Settembre 2024)

Roma – La proteina Tau, un noto elemento chiave implicato in diverse patologie neurodegenerative, tra cui la malattia di Alzheimer, svolge anche un ruolo positivo nel cervello, proteggendolo. Lo rivela uno studio condotto da ricercatori del Baylor College of Medicine e del Jan and Dan Duncan Neurological Research Institut, Duncan NRI, del Texas Children’s Hospital, pubblicato su Nature Neuroscience. La Tau attenua i danni neuronali causati da un eccesso di specie reattive dell’ossigeno, ROS, o radicali liberi e promuove un invecchiamento sano. “I ROS sono sottoprodotti naturali di varie funzioni cellulari dell’organismo. Mentre bassi livelli di ROS sono benefici, un eccesso di ROS è dannoso per le cellule in quanto innesca la produzione di forme tossiche di altre molecole che inducono lo stress ossidativo, tra cui i lipidi perossidati”, ha detto Lindsey Goodman, borsista post-dottorato nel laboratorio di Hugo Bellen, e autrice principale del lavoro. Bellen è professore di biologia molecolare e genetica alla Baylor e detiene una cattedra di neurogenetica presso il Duncan NRI, oltre ad essere March of Dimes Professor in Biologia dello sviluppo alla Baylor “I neuroni sono particolarmente sensibili allo stress ossidativo e vengono distrutti se i livelli di lipidi perossidati non sono strettamente controllati”, ha continuato Goodman. Le goccioline lipidiche proteggono il cervello dal danno ossidativo. Ci sono sempre più prove a sostegno dell’idea che il nostro cervello abbia sviluppato molteplici strategie neuroprotettive per combattere il danno ossidativo indotto dai ROS. Una di queste strategie, scoperta nel 2015 dal gruppo di Bellen, consiste nell’esportazione da parte dei neuroni di questi lipidi perossidati tossici verso le cellule gliali vicine, che li sequestrano in gocce lipidiche per immagazzinarli e produrre energia in futuro. “Questo processo rimuove e neutralizza efficacemente questi lipidi tossici”, ha spiegato Goodman. “Nel presente studio abbiamo analizzato il ruolo della Tau nella formazione delle goccioline lipidiche gliali”, ha proseguito Goodman. La squadra di ricerca ha scoperto che la Tau normale endogena nelle mosche è necessaria per la formazione delle goccioline lipidiche gliali e per la protezione dai ROS neuronali. Allo stesso modo, la Tau era necessaria nelle cellule gliali ottenute da ratti e uomini per formare le goccioline lipidiche. Mentre l’espressione di Tau umana normale era sufficiente a ripristinare il processo di formazione e maturazione delle goccioline lipidiche gliali nelle mosche prive della propria Tau, quando questa proteina Tau umana presentava mutazioni che causano la malattia, collegate a un aumento del rischio di Alzheimer, la glia era incapace di formare goccioline lipidiche in risposta ai ROS neuronali. “Questo dimostra che le mutazioni nella Tau possono ridurre la normale capacità della proteina di prevenire lo stress ossidativo, oltre a causare l’accumulo della proteina nei tipici segni distintivi della malattia, come descritto da lavori precedenti”, ha affermato Goodman. “Nel complesso, i risultati supportano un nuovo ruolo neuroprotettivo della Tau contro la tossicità associata ai ROS”, ha aggiunto Goodman. Ulteriori connessioni con la malattia sono state scoperte utilizzando modelli di mosca e di ratto di condizioni mediate dalla Tau che sovraesprimono la proteina Tau umana, causa della malattia, nella glia. In questi scenari, i ricercatori hanno nuovamente riscontrato difetti nelle gocce lipidiche gliali e la morte delle cellule gliali in risposta ai ROS neuronali. Ciò ha dimostrato che la Tau è un regolatore sensibile al dosaggio delle goccioline lipidiche gliali e che una quantità eccessiva o insufficiente di Tau è dannosa. “Rivelando un nuovo sorprendente ruolo neuroprotettivo della Tau, lo studio apre le porte a nuove potenziali strategie per rallentare, invertire e trattare le condizioni neurodegenerative”, ha dichiarato Bellen, autore corrispondente del lavoro. In sintesi, contrariamente al suo ruolo abituale di “cattivo” nelle malattie neurodegenerative, questo studio dimostra che la Tau svolge anche un ruolo di “buono” nella glia, aiutando a sequestrare i lipidi tossici, riducendo il danno ossidativo e quindi proteggendo il cervello umano. Tuttavia, quando la Tau è assente o sono presenti proteine Tau difettose, questo effetto protettivo scompare, portando alla malattia. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.