Valentina Di Paola

Salvare le foreste sarebbe positivo per le persone, la natura e il clima

(12 Agosto 2024)

Roma – Il ripristino delle foreste potrebbe portare a benefici per la salute umana, aumentando la biodiversità e contribuendo contemporaneamente a contrastare il cambiamento climatico. A sottolinearlo uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Università di Exeter e dell’Università di Oxford. Il team, guidato da Trisha Gopalakrishna, ha valutato gli effetti che deriverebbero dal ripristino delle foreste. Generalmente, il ripristino delle foreste viene considerato valutando solo una delle possibili conseguenze, come la cattura di carbonio, la cura della natura o il supporto dei mezzi di sussistenza umani. Il nuovo lavoro dimostra che i piani di restauro mirati a un solo obiettivo potrebbero influenzare negativamente gli altri. “Piani integrati – spiega Gopalakrishna – garantirebbero oltre l’80 per cento dei benefici nelle tre aree. Superando i focus limitati sarebbe possibile ottenere miglioramenti in tutti i settori. Ad esempio, se ci si concentra sullo stoccaggio del carbonio, si potrebbero piantare particolari specie di alberi e recintare le foreste per proteggerle. Se si enfatizza la protezione della biodiversità, si potrebbero gestire le foreste per specie particolari, come l’emblematica tigre del Bengala o l’elefante asiatico. Se invece il centro dell’attenzione riguarda i mezzi di sussistenza umani, potremmo piantare specie che forniscono materiali per le abitazioni e legna da ardere per cucinare”. Il gruppo di ricerca ha utilizzato un modello denominato Contributo della Natura alle Persone (NCP), che sottolinea una relazione olistica tra ripristino e benefici per l’umanità, tra cui l’equità. “L’approccio NCP integrato – continua Gopalakrishna – può soddisfare tutti e tre gli obiettivi in ​​modo straordinariamente efficiente”. Gli autori hanno implementato un algoritmo di ottimizzazione per generare mappe di 3,88 milioni di ettari di possibile area di ripristino forestale, evitando le zone come praterie e terreni agricoli. Stando a quanto emerge dall’indagine, i piani integrati di ripristino forestale possono realizzare in media l’83,3 per cento degli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici, l’89,9 per cento di quelli con attenzione alla biodiversità e il 93,9 per cento dei punti chiave mirati ai mezzi di sussistenza umani. “Molti paesi si sono impegnati a salvaguardare il pianeta con propositi molto importanti – conclude Gopalakrishna – il nostro lavoro evidenzia l’importanza di adottare un approccio integrato, orientato al ripristino degli ecosistemi, ma che comprenda una visione di insieme della situazione”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).