Valentina Di Paola

Scoperta la causa e un possibile trattamento per il lupus

(10 Luglio 2024)

Roma – Il lupus, una malattia autoimmune che colpisce circa cinque milioni di persone nel mondo, sembra dipendere da un difetto molecolare che promuove una risposta eccessiva del sistema immunitario. A scoprirlo gli scienziati della Northwestern Medicine e del Brigham and Women’s Hospital, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Jaehyuk Choi, ha individuato un difetto molecolare che favorisce la risposta immunitaria patologica nel lupus eritematoso sistemico (noto come lupus). Il gruppo di ricerca ha inoltre ideato un potenziale trattamento per la malattia. Il lupus, spiegano gli esperti, può provocare danni potenzialmente letali a diversi organi, come reni, cervello e cuore. La sua eziologia, finora, non era chiara e i trattamenti a disposizione spesso non riescono a controllare la malattia. “Identificando la causa di questa condizione – sottolinea Choi – abbiamo individuato una potenziale cura, che, a differenza delle opzioni terapeutiche attuali, non ha effetti collaterali. Abbiamo scoperto uno squilibrio fondamentale nelle risposte immunitarie dei pazienti affetti da lupus e abbiamo definito dei mediatori specifici che possono correggere questo squilibrio per attenuare la risposta autoimmune patologica”. Gli scienziati hanno osservato dei cambiamenti associati alla malattia in diverse molecole nel sangue dei pazienti con lupus. In definitiva, le alterazioni rilevate provocano un’attivazione insufficiente di un percorso controllato dal recettore degli idrocarburi arilici (AHR), che regola la risposta delle cellule agli inquinanti ambientali, ai batteri o ai metaboliti. L’attivazione insufficiente di AHR determina troppe cellule immunitarie che promuovono la malattia, chiamate cellule T helper periferiche, che favoriscono la produzione degli anticorpi responsabili della malattia. “Quando attivavamo il percorso AHR – afferma Deepak Rao, altra firma dell’articolo – il numero delle cellule patogene si riduceva. Non sappiamo ancora se gli effetti che abbiamo osservato possono essere considerati duraturi, ma credo che siamo sulla buona strada per individuare un potenziale trattamento”. Nei prossimi step, gli autori sperano di espandere la ricerca, cercando nuove cure per i pazienti affetti da lupus. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).