Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Scienza: pesci più a rischio sono quelli meno studiati

(18 Luglio 2024)

Roma – I pesci di barriera più minacciati sono anche quelli più trascurati dagli scienziati e dal pubblico in generale. Questa è la sorprendente scoperta di un team di scienziati guidato da un ricercatore del CNRS. In uno studio che sarà pubblicato su Science Advances il 17 luglio, hanno misurato il livello di interesse umano per 2.408 specie di pesci di barriera marini e hanno scoperto che l’attenzione della comunità scientifica è attratta dal valore commerciale più che dal valore ecologico dei pesci. Il pubblico, d’altro canto, è principalmente influenzato dalle caratteristiche estetiche di alcune specie, come il pesce scorpione rosso (Pterois volitans) e il pesce mandarino (Synchiropus splendidus). Si considerino i blennies (Blenniidae) e i gobidi (Gobiidae). Queste due famiglie di pesci passano ampiamente inosservate sia ai ricercatori che al pubblico, ma, in quanto pulitori, svolgono un ruolo fondamentale nel funzionamento delle barriere coralline. Di piccole dimensioni, sono essenziali per il trasferimento di energia e materia da piccole prede a consumatori più grandi nelle barriere coralline (trofodinamica). Per giungere alle loro conclusioni, il team di ricerca si è basato su big data raccolti da database scientifici, social media e statistiche di visualizzazione delle pagine di Wikipedia per le diverse specie di pesci. Hanno scoperto che, sebbene le 2.408 specie studiate abbiano accumulato più di 17 milioni di visualizzazioni su Wikipedia, oltre il 50 per cento di tali visualizzazioni riguardava solo il 7 per cento delle specie e il 20 per cento delle visualizzazioni riguardava solo l’1 per cento. Inoltre, quasi il 50 per cento delle pubblicazioni scientifiche sui pesci studiati riguardava solo un sottoinsieme dell’1 per cento delle specie. Il lavoro del team di ricerca porta alla luce un pregiudizio che minaccia direttamente la conservazione dei pesci delle barriere coralline marine, un pregiudizio di tale portata da costringerli a lanciare l’allarme. Sottolineano l’importanza di allineare l’interesse umano per la biodiversità con le esigenze di conservazione e le priorità per ecosistemi sani. Suggeriscono di lanciare campagne per aumentare la consapevolezza pubblica sulle specie minacciate e trascurate. Infine, sostengono l’istituzione di programmi di ricerca che tengano conto di tutte le componenti dell’ecosistema, per una strategia di conservazione globale che non sia più guidata da imperativi commerciali. (30science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla