Lucrezia Parpaglioni

Rilevate differenze cerebrali fra i giovani con disturbi del comportamento

(17 Luglio 2024)

Roma – I giovani con disturbi del comportamento, che si riflette in atteggiamenti violenti, aggressivi e antisociali, mostrano ampi cambiamenti nella struttura cerebrale, con la differenza più marcata che riguarda un’area più piccola dello strato esterno del cervello, nota come corteccia cerebrale, che è fondamentale per molti aspetti del comportamento, della cognizione e delle emozioni. Lo studio, di cui sono coautori i ricercatori del National Institutes of Health, NIH, è stato pubblicato su The Lancet Psychiatry. “Il disturbo del comportamento è uno dei problemi mentali più frequenti tra i giovani”, ha detto Daniel Pine, capo della Sezione sullo sviluppo e le neuroscienze affettive del National Institute of Mental Health dell’NIH e coautore dello studio. “Tuttavia, rimane poco studiato e poco trattato”, ha continuato Pine. “La comprensione delle differenze cerebrali associate al disturbo ci porta a un passo dallo sviluppo di approcci più efficaci alla diagnosi e al trattamento, con l’obiettivo finale di migliorare i risultati a lungo termine per i bambini e le loro famiglie”, ha dichiarato Pine. “I prossimi passi critici saranno quelli di seguire i bambini nel tempo per determinare se le differenze nella struttura cerebrale osservate in questo studio sono una causa del disturbo della condotta o una conseguenza a lungo termine della convivenza con il disturbo”, ha proseguito Pine. Il gruppo di ricercatori ha esaminato i dati della risonanza magnetica standardizzata di giovani di età compresa tra i 7 e i 21 anni che avevano partecipato a 15 studi in tutto il mondo. Le analisi hanno confrontato la superficie e lo spessore della corteccia cerebrale e il volume delle regioni cerebrali sottocorticali più profonde tra 1.185 giovani con diagnosi di disturbo della condotta e 1.253 giovani senza il disturbo. Ulteriori analisi hanno confrontato le misure corticali e sottocorticali del cervello tra ragazzi e ragazze e in base all’età di insorgenza dei sintomi, infanzia o adolescenza, e al livello di empatia e altri tratti prosociali, alto o basso. I giovani con disturbo della condotta avevano una superficie totale più bassa in tutta la corteccia e in 26 delle 34 regioni individuali, due delle quali mostravano anche cambiamenti significativi nello spessore corticale. I giovani con disturbo della condotta mostravano anche un volume inferiore in diverse regioni cerebrali sottocorticali, tra cui l’amigdala, l’ippocampo e il talamo, che svolgono un ruolo centrale nella regolazione dei comportamenti. Sebbene alcune di queste regioni cerebrali, come la corteccia prefrontale e l’amigdala, fossero state collegate al disturbo della condotta in studi precedenti, altre regioni sono state implicate nel disturbo per la prima volta. Le associazioni con la struttura cerebrale non differiscono tra ragazzi e ragazze e sono state riscontrate in tutti i sottogruppi di disturbo del comportamento in base all’età di insorgenza e al livello di tratti prosociali. I giovani che presentavano segni di una forma più grave del disturbo, indicata da un basso livello di empatia, senso di colpa e rimorso, mostravano il maggior numero di cambiamenti cerebrali. I risultati dello studio più ampio, diversificato e robusto sul disturbo della condotta finora condotto sono coerenti con il crescente numero di prove che dimostrano che il disturbo è legato alla struttura del cervello. Lo studio fornisce inoltre nuove prove del fatto che i cambiamenti cerebrali sono più diffusi di quanto mostrato in precedenza, e riguardano tutti e quattro i lobi e le regioni corticali e sottocorticali. Questi risultati offrono nuove strade per indagare i potenziali legami causali tra le differenze nella struttura cerebrale e i sintomi del disturbo della condotta e per individuare le regioni cerebrali come parte degli sforzi clinici per migliorare la diagnosi e il trattamento. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.