Valentina Di Paola

Per gli agricoltori scandinavi del Neolitico la peste potrebbe essere stata devastante

(10 Luglio 2024)

Roma – Le ripetute epidemie di peste potrebbero aver contribuito al declino delle popolazioni neolitiche in Scandinavia. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell’Università di Copenhagen. Il team, guidato da Frederik Seersholm e Martin Sikora, ha analizzato il materiale genetico di 108 individui scandinavi del Neolitico, appartenenti a sei generazioni. Il DNA è stato recuperato da otto tombe megalitiche e una cista di pietra rispettivamente situate in Svezia e Danimarca. Tra 5.300 e 4.900 anni fa, spiegano gli esperti, molte popolazioni neolitiche europee subirono un notevole declino. Gli storici si sono interrogati per ricostruire le dinamiche di questi eventi, e sono state proposte varie ipotesi. In questo lavoro, gli esperti hanno individuato il batterio responsabile della peste, Yersinia pestis, in almeno il 17 per cento dei resti analizzati. Questo suggerisce che la peste potrebbe essersi diffusa nelle comunità neolitiche attraverso almeno tre ondate distinte durante un periodo di circa 120 anni. Le prime due ondate, riportano gli scienziati, sembrerebbero più contenute, mentre la terza fu molto più diffusa. I primi ceppi di peste contenevano anche fattori di virulenza, potenzialmente letali, finora mai osservati nel batterio. Nel complesso, commentano gli autori, queste evidenze suggeriscono che la peste antica aveva il potenziale per innescare epidemie diffuse, che avrebbero potuto giocare un ruolo centrale nel declino delle popolazioni scandinave durante il Neolitico. Questo lavoro, aggiungono gli scienziati, fornisce inoltre una panoramica della vita familiare neolitica in Scandinavia. Il team ha infatti identificato quattro esemplari maschili associati a diverse partner, e non sono stati osservati legami poliamorosi per le controparti femminili. Gli studiosi hanno anche trovato una donna separata dai suoi due fratelli. Questi dati suggeriscono che le femmine si spostavano dalla famiglia d’origine per seguire una struttura sociale patrilineare. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).