Gianmarco Pondrano d'Altavilla

L’IA aumenta la creatività degli esseri umani

(12 Luglio 2024)

Roma – Le storie scritte con l’ausilio dell’intelligenza artificiale sono state considerate più creative, meglio scritte e più piacevoli. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science Advances rileva che l’intelligenza artificiale potenzia la creatività, aumentando la novità delle idee per le storie e l'”utilità” delle storie stesse, ovvero la loro capacità di coinvolgere il pubblico di riferimento e il potenziale di pubblicazione. A 300 partecipanti è stato chiesto di scrivere una breve “microstoria” di otto frasi per un pubblico target di giovani adulti. I ricercatori hanno scoperto che l’intelligenza artificiale ha permesso a coloro che erano considerati meno creativi di produrre lavori scritti meglio del 26,6 per cento e meno noiosi del 15,2 per cento. Tuttavia, l’intelligenza artificiale non è stata ritenuta in grado di migliorare il lavoro degli scrittori più creativi. Lo studio avverte inoltre che, sebbene l’intelligenza artificiale possa migliorare la creatività individuale, potrebbe anche comportare una perdita di novità, poiché si è scoperto che le storie assistite dall’intelligenza artificiale contengono più somiglianze tra loro e sono meno varie e diversificate. I ricercatori autori dello studio, della University of Exeter Business School e dell’Institute for Data Science and Artificial Intelligence, nonché della UCL School of Management, hanno suddiviso i 300 partecipanti allo studio in tre gruppi: al primo gruppo non era consentito alcun aiuto da parte dell’intelligenza artificiale, un secondo gruppo poteva usare ChatGPT per fornire un’unica idea iniziale di tre frasi e gli scrittori del terzo gruppo potevano scegliere tra un massimo di cinque idee generate dall’intelligenza artificiale per trarne ispirazione. Hanno poi reclutato 600 persone per giudicare la qualità delle storie, valutandone la novità (se contenevano qualcosa di nuovo o inaspettato) e l'”utilità”, ovvero quanto fossero appropriate per il pubblico di riferimento e se le idee potessero essere sviluppate e potenzialmente pubblicate. Hanno scoperto che gli scrittori con maggiore accesso all’intelligenza artificiale hanno ottenuto i maggiori miglioramenti in termini di creatività: le loro storie hanno ottenuto un punteggio più alto dell’8,1 per cento per la novità e del 9 per cento per la novità rispetto alle storie scritte senza intelligenza artificiale. Gli scrittori che hanno utilizzato fino a cinque idee generate dall’intelligenza artificiale hanno ottenuto punteggi più alti anche per quanto riguarda le caratteristiche emotive, producendo storie meglio scritte, più piacevoli, meno noiose e più divertenti. I ricercatori hanno valutato la creatività intrinseca degli scrittori utilizzando un Divergent Association Task (DAT) e hanno scoperto che gli scrittori più creativi, ovvero quelli con i punteggi DAT più alti, traevano meno benefici dalle idee generate dall’intelligenza artificiale. Al contrario, gli scrittori meno creativi hanno visto un maggiore aumento della creatività: l’accesso a cinque idee di IA ha migliorato la novità del 10,7 per cento e l’utilità dell’11,5 per cento rispetto a coloro che non hanno utilizzato idee di IA. Le loro storie sono state giudicate scritte meglio fino al 26,6 per cento, più piacevoli fino al 22,6 per cento e meno noiose fino al 15,2 per cento. Questi miglioramenti mettono gli scrittori con punteggi DAT bassi sullo stesso piano di quelli con punteggi DAT alti, uniformando di fatto la creatività tra scrittori meno creativi e più creativi. I ricercatori hanno anche utilizzato l’interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) di OpenAI per calcolare il livello di somiglianza delle storie tra loro. Hanno riscontrato un aumento del 10,7 per cento nella somiglianza tra gli scrittori le cui storie utilizzavano un’idea generativa di intelligenza artificiale, rispetto al gruppo che non utilizzava l’intelligenza artificiale. Oliver Hauser, professore di economia presso la Business School dell’Università di Exeter e vicedirettore dell’Institute for Data Science and Artificial Intelligence, ha affermato: “Questo è un primo passo nello studio di una questione fondamentale per ogni comportamento umano: in che modo l’intelligenza artificiale generativa influisce sulla creatività umana?” (30science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla