Gianmarco Pondrano d'Altavilla

L’economia dell’epoca romana era molto più complessa di quanto creduto

(5 Luglio 2024)

Roma – Le economie antiche nel mondo preindustriale erano più dinamiche di quanto si pensasse in precedenza, guidate da fattori che andavano oltre la semplice crescita della popolazione (o “crescita estensiva”), secondo un nuovo studio archeologico della Britannia romana classica i cui risultati sono stati pubblicati su “Science Advances”. L’analisi suggerisce che i livelli di produttività pro capite in questa provincia sono aumentati in un periodo di 400 anni, in parte a causa di complessi cambiamenti nei costi di trasporto e negli scambi sociali. Ciò suggerisce che la società ha anche sperimentato una “crescita intensiva”, che deriva dall’innovazione tecnologica o dal cambiamento sociale e che fino ad ora è stata tendenzialmente considerata un segno distintivo delle moderne economie postindustriali. “L’identificazione di una società preindustriale in cui si è verificata sia una crescita economica intensiva che estensiva è importante perché suggerisce che le differenze tra i sistemi economici delle società preindustriali e contemporanee sono più una questione di grado che di tipo”, scrivono gli autori dello studio. Per comprendere il dinamismo economico nel mondo antico, i ricercatori hanno esaminato i dati archeologici degli insediamenti nella Britannia romana, che fu incorporata nell’impero come provincia dall’imperatore Claudio nel 43 d.C. Gli scienziati hanno analizzato la relazione tra le dimensioni degli insediamenti romani in Britannia e tre misure socioeconomiche: la perdita di monete, il consumo di merci pregiate e l’espansione delle abitazioni. Tutte e tre le misure aumentarono sempre di più man mano che la popolazione degli insediamenti aumentava e mostravano modelli coerenti di crescita economica intensiva pro capite dalla tarda età del ferro (200 a.C. al 50 d.C.) fino alla fine del tardo periodo romano nel 400 d.C. I calcoli collegano anche l’aumento della produttività a una riduzione dei costi di trasporto. Il team ipotizza che questi costi diminuirono man mano che gli abitanti romano-britannici adottarono un’identità più romana, costruirono città con planimetrie standardizzate e ottennero accesso ad animali da tiro più potenti e a tecnologie avanzate di preparazione del cibo. (30science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla