Lucrezia Parpaglioni

I sondaggi social hanno alterato i dati delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016 e del 2020

(16 Luglio 2024)

Roma –  I sondaggi politici informali condotti su X, l’ex Twitter, durante le elezioni presidenziali statunitensi del 2016 e del 2020 sono stati notevolmente falsati da voti discutibili, molti dei quali potrebbero essere stati acquistati da fattorie di troll. Questa la conclusione, raggiunta da un gruppo di scienziati guidati da Przemyslaw (Przemek) Grabowicz, professore assistente di ricerca presso l’Università del Massachusetts Amherst, riportata di recente sul Journal of Quantitative Description, pubblicata dall’Association for the Advancement of Artificial Intelligence. La ricerca dimostra che il sistema di sondaggi di X riporta deliberatamente conteggi di voti pubblici distorti. In media, i risultati di questi sondaggi hanno favorito Donald Trump rispetto a Joe Biden, rispettivamente del 58% contro il 42%, in un confronto testa a testa, durante il 2020. Il gruppo di ricerca ha inoltre riscontrato un aumento di circa il 50% dei voti discutibili nei sondaggi preelettorali rispetto a quelli successivi alle elezioni presidenziali, suggerendo che l’alterazione dei sondaggi sociali è una tattica deliberata per influenzare i risultati politici. Nel 2024, questi sondaggi sociali distorti di Twitter sono stati presentati pubblicamente da Trump sulla sua piattaforma di social media, Truth Social, presumibilmente per creare l’impressione di una popolarità schiacciante. “Nelle elezioni presidenziali del 2020, ci sono stati oltre 20 milioni di voti espressi in più di 100.000 sondaggi su X/Twitter”, ha spiegato Grabowicz. “Questi sondaggi davano per certa una vittoria schiacciante di Trump, mentre in realtà le elezioni sono state vinte da Biden”, ha continuato Grabowicz. “Abbiamo voluto dare un’occhiata più da vicino, per vedere se i sondaggi erano legittimi e cosa potevano dirci su come i social media influenzano la politica americana”, ha proseguito Grabowicz. “Non è stato un compito da poco”, ha raccontato Grabowicz. “Secondo le nostre stime, ogni mese ci sono più di 1 milione di sondaggi sociali di ogni tipo su X”, ha evidenziato Grabowicz. I sondaggi sociali prevedevano costantemente una vittoria schiacciante di Trump sia per le presidenziali del 2016 che per quelle del 2020. In media, i sondaggi sociali per il 2020 davano Trump vincente con il 58%, anche se alle elezioni presidenziali ha ottenuto solo il 46,8%. Sia i sondaggi sui social media del 2016 che quelli del 2020 sono stati realizzati prevalentemente da uomini che avevano una marcata propensione per Donald Trump. Rispetto agli exit poll tradizionali condotti il giorno delle elezioni, i sondaggi sui social media avevano una probabilità più che doppia di essere redatti da uomini rispetto ai rispondenti agli exit poll. Inoltre, l’ideologia politica di coloro che scrivevano e rispondevano ai sondaggi sociali era più spostata a destra, mentre coloro che retwittavano e apprezzavano i sondaggi sociali avevano una probabilità ancora maggiore, oltre 10 volte, di identificarsi come conservatori. Ma, l’identità politica da sola non spiegava ciò che il gruppo di ricerca stava vedendo. Nel 2020, il media statale polacco TVP INFO ha pubblicato un articolo dettagliato sui risultati di un sondaggio Twitter che chiedeva agli intervistati chi avesse vinto un dibattito presidenziale polacco. TVP INFO sosteneva che su 35.202 voti, 19.539, ovvero il 44,5%, erano stati acquistati da fattorie di troll, facilmente individuabili con una rapida ricerca su Internet. “Volevamo sapere se qualcosa di simile potesse accadere anche negli Stati Uniti”, ha spiegato Grabowicz. Il problema è una discrepanza nel modo in cui X visualizza i voti dei sondaggi. C’è un numero pubblico, che chiunque partecipi o voti al sondaggio può vedere, ma c’è anche un numero privato, disponibile solo all’autore del sondaggio. Nel caso del sondaggio sul dibattito presidenziale polacco di TVP INFO, la cifra pubblica era superiore di quasi 20.000 voti a quella privata, ma il pubblico non aveva modo di saperlo. In altre parole, non c’è modo per il pubblico di distinguere tra un voto comprato e uno legittimo. Per verificare se qualcosa di simile stesse accadendo negli Stati Uniti, Grabowicz e i suoi colleghi hanno condotto un sondaggio personale chiedendo agli intervistati per chi avrebbero votato: “Potoo dall’Arizona, Tricheco dall’Alaska o Pecora da New York”, e poi hanno acquistato i voti per il loro sondaggio da una delle fattorie di troll. Una volta analizzati tutti i dati, i ricercatori hanno scoperto che le discrepanze tra i conteggi dei voti pubblici e privati erano strettamente, anche se non perfettamente, conformi al numero di voti acquistati. “In qualche modo – ha osserato Grabowicz – Twitter sta togliendo i voti acquistati dalla vista dell’autore del sondaggio, ma nessuno sa come e perché”. I ricercatori hanno anche intervistato 984 autori di 2020 sondaggi sociali di X e Twitter, chiedendo di vedere il conteggio dei loro voti privati. Sebbene solo pochi abbiano risposto, i risultati sono stati coerenti in tutti i sondaggi studiati. Secondo i dati vi è stato circa il 50% in più di voti falsati prima delle elezioni presidenziali del 2020, rispetto a quelli successivi, il che suggerisce che la manipolazione dei sondaggi sociali è una tattica deliberata per influenzare la percezione dell’opinione pubblica da parte degli elettori. Infine, alcuni dei discutibili sondaggi sociali preelettorali, che prevedevano la sconfitta di Trump sono stati utilizzati per rafforzare le convinzioni di frode degli elettori una volta che sono arrivati i risultati effettivi delle elezioni. Lo stesso Trump ha recentemente condiviso su Truth Social uno screenshot di un sondaggio di parte condotto su X che suggeriva che il 70,1% degli elettori lo sosteneva. Secondo i sondaggi pubblicati quest’anno su X, Trump è in testa nella corsa al 2024, con una media del 72% dei voti contro il 28% di Biden. Grabowicz e la sua squadra di rierca hanno sviluppato un sito web, socialpolls.org, che sarà aggiornato quotidianamente, per tenere traccia di questi sondaggi e correggere i loro pregiudizi. “Il nostro lavoro avverte che le piattaforme dei social media mancano di trasparenza, anche per cose importanti come le elezioni nazionali”, ha affermato Grabowicz. “Se succede in quel contesto, allora si può essere certi che succede anche in molti altri”, ha concluso Grabowicz. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.