Lucrezia Parpaglioni

Alzheimer, è possibile predire il declino cognitivo nella malattia di Alzheimer

(10 Luglio 2024)

Roma – Sviluppato un modello predittivo in grado di prevedere il declino cognitivo nei pazienti con decadimento cognitivo lieve o demenza lieve dettati dalla malattia di Alzheimer. A riuscire nell’impresa, descritta sulla rivista Neurology, i ricercatori del Centro Alzheimer dell’UMC di Amsterdam. Il passo successivo che i ricercatori si proposti di compiere è quello di sviluppare un’App che utilizzi questo modello di previsione, il che rappresenterebbe un passo importante verso previsioni personalizzate per i pazienti. Per i medici è difficile definire a cosa un paziente andrà incontro dopo la diagnosi di Alzheimer. Per superare questo ostacolo, Pieter van der Veere, medico e ricercatore del Centro Alzheimer di Amsterdam, ha sviluppato un modello in grado di prevedere il declino cognitivo. Anche se le previsioni non forniscono una certezza assoluta, il modello dà un’indicazione del decorso della malattia su un periodo di 5 anni. Per l’uso pratico, è disponibile un prototipo di App per la ricerca scientifica. Il prossimo passo sarà lo sviluppo di un’applicazione più facile da usare, con il contributo di pazienti, familiari e professionisti. Il modello di previsione si basa sui dati di quasi 1.000 pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer. Utilizza informazioni generali come l’età, il sesso e i punteggi dei test cognitivi, oltre a dati provenienti da risonanze magnetiche e biomarcatori, raccolti dal liquido cerebrospinale. “Di conseguenza, fornisce una previsione che è davvero su misura per ogni singola persona”, ha commentato Van der Veere. Tuttavia, il modello dimostra quanto sia difficile fare una previsione precisa per ogni singolo paziente, perché ci sono sempre delle incertezze, che devono sempre essere discusse con il paziente. “Le ricerche precedenti dimostrano che le persone vogliono ancora informazioni sulla loro prognosi, anche se queste sono incerte”, ha aggiunto Van der Veere. “Un’App con il nostro modello di previsione può quindi soddisfare un’esigenza importante”, ha continuato Van der Veere. Il modello di previsione compie un primo passo importante verso una previsione personalizzata dei sintomi. “In futuro, questo diventerà ancora più importante se riusciremo a curare la malattia di Alzheimer”, ha affermato Wiesje Van der Flier, direttore della ricerca dell’Alzheimer Centre Amsterdam. “I medici possono usare il modello di previsione per spiegare i possibili effetti di un trattamento”, ha proseguito Van der Flier. “Ad esempio, se i pazienti iniziano a condurre una vita più sana o a usare i farmaci”, ha precisato Van der Flier. “Questo può essere un punto di partenza per le conversazioni tra medico, paziente e famiglia sui pro e i contro dei trattamenti, in modo da arrivare insieme a una decisione appropriata”, ha concluso Van der Flier (30Science.com) Lucrezia Parpaglioni

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.