Valentina Di Paola

Una grotta sotto la superficie della Luna potrebbe essere accessibile ed essere la base per future missioni

(15 Luglio 2024)

Roma – Al di sotto della superficie della Luna sembra esserci il condotto di una grotta potenzialmente accessibile. Questa curiosa scoperta emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, condotto dagli scienziati dell’Università di Trento. Il team, guidato da Leonardo Carrer e Lorenzo Bruzzone, ha analizzato i dati raccolti dal Lunar Reconnaissance Orbiter all’interno del Mare Tranquillitatis Pit, il pozzo più profondo conosciuto sulla Luna, che ha un raggio di oltre 100 metri, pareti verticali e sporgenti e un fondo inclinato. Sulla superficie del nostro satellite naturale, spiegano gli esperti, sono stati individuati oltre 200 avvallamenti. Alcune di queste gole, sostengono gli autori, potrebbero essere dei lucernari, formati da crolli di un tubo di lava sottostante. I condotti accessibili potrebbero fornire un ambiente più temperato rispetto alla superficie, anche se sarà necessario condurre ulteriori approfondimenti per capire se queste strutture raggiungano volumi adeguati alla presenza umana. Nell’ambito dell’indagine, il gruppo di ricerca ha osservato un aumento della luminosità radar sul lato occidentale del Mare Tranquillitatis. Utilizzando simulazioni basate sulle immagini ottenute, gli esperti hanno ipotizzato la presenza di uno spazio vuoto al di sotto della superficie lunare. La caverna, potrebbe trovarsi a una profondità di circa 130-170 metri e secondo le stime degli esperti potrebbe essere lunga tra 30 e 80 metri, e larga quasi 45 metri. La grotta potrebbe essere anche accessibile. Questi risultati, commentano gli studiosi, forniscono importanti approfondimenti sulla geologia lunare e sul suo ruolo nel potenziale riparo per future missioni con equipaggio sulla superficie del satellite. La metodologia presentata dal gruppo di ricerca potrebbe inoltre essere utilizzata per valutare e caratterizzare altre fosse lunari e individuare ulteriori condotti potenzialmente utili come basi per la presenza umana. (30science.com) Valentina Di Paola

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).