Lucrezia Parpaglioni

USA, i volti degli immigrati sono visti come meno affidabili

(25 Luglio 2024)

Roma – Anche le persone che nutrono sentimenti positivi nei confronti degli immigrati immaginano i volti degli immigrati come meno affidabili e meno competenti, rispetto ai volti dei cittadini statunitensi. Lo rivela uno studio internazionale, riportato su PLoS ONE. In due esperimenti di valutazione delle immagini, i partecipanti, ignari del fatto che le immagini raffiguravano immigrati e cittadini, hanno valutato le immagini degli immigrati meno favorevolmente di quelle dei cittadini. In particolare, i valutatori di immagini vedevano le immagini degli immigrati come meno competenti e meno degne di fiducia rispetto alle immagini dei cittadini statunitensi. I risultati sono in linea con le ricerche sulle rappresentazioni caratteriali negative degli immigrati, tra cui gli stereotipi che collegano gli immigrati a bassa competenza e scarsa cordialità. “È importante notare che abbiamo utilizzato una misura significativamente diversa per catturare le rappresentazioni dell’aspetto dei volti degli immigrati: a differenza di studi precedenti che hanno esaminato le rappresentazioni dei caratteri, ad esempio, gli stereotipi di gruppo, i partecipanti al nostro esperimento di generazione di immagini non sono stati invitati a valutare la competenza o il calore degli immigrati, ma solo a classificare le immagini in base al loro aspetto e decidere se fossero immigrati o cittadini statunitensi”, hanno detto i ricercatori. “Tuttavia, sembra che gli stereotipi negativi del gruppo abbiano guidato le loro classificazioni, suggerendo pregiudizi nelle rappresentazioni facciali”, hanno aggiunto gli autori. Più frequentemente i partecipanti hanno associato alle immagini degli immigrati un’etnia diversa da quella bianca, come neri, latino-americani o nativi americani. Il campione di generatori di immagini comprendeva un numero considerevole di partecipanti asiatici e latinoamericani, che costituivano più del 75% del campione. Anche in questo campione eterogeneo, tuttavia, i cittadini erano prevalentemente rappresentati mentalmente come bianchi. Nessuna ricerca ha esplorato se le rappresentazioni facciali dei gruppi sociali riflettano rappresentazioni culturali o personali di tali gruppi. “Una strada fruttuosa per la ricerca futura potrebbe essere quella di esplorare se le rappresentazioni facciali degli immigrati differiscono quando ai generatori di immagini viene chiesto di considerare i messaggi culturali, cioè l’aspetto che la società statunitense pensa che abbiano gli immigrati, rispetto alle loro convinzioni personali, cioè l’aspetto che hanno gli immigrati”, hanno concluso i ricercatori.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.