Lucrezia Parpaglioni

Nuovo biomateriale per assorbenti più sicuri e igienici

(10 Luglio 2024)

Roma – Sviluppato un nuovo biomateriale eco-compatibile che assorbe il sangue e migliora le prestazioni dei prodotti mestruali, riducendo al minimo le perdite e la propagazione del sangue. Il nuovo materiale, descritto sulla rivista Cell Press, potrebbe essere utile anche nel prevenire eventuali infezioni. “È qualcosa di cui le persone non si sentono a proprio agio a parlare, e questo forse è un’indicazione del perché non ha ricevuto abbastanza attenzione”, ha detto Bryan Hsu, assistente alla cattedra di scienze biologiche, che ha realizzato il nuovo materiale assieme ai collaboratori post-dottorato, Rogerio Bataglioli e Harsimran Kaur. I prodotti mestruali si sono evoluti poco nell’ultimo secolo. I principali prodotti oggi disponibili sono stati sviluppati quasi cento anni fa: l’assorbente mestruale usa e getta nel 1888, il tampone nel 1933 e la coppetta mestruale nel 1937. “Lo sviluppo di nuovi prodotti ha diversi scopi, tra cui rispondere alle diverse esigenze e preferenze delle donne, promuovere la sostenibilità e risolvere i problemi di perdite e di costo dei prodotti attuali”, ha dichiarato Carrie Champine, ostetrica e ginecologa certificata che ha collaborato con il gruppo di ricerca. Un miglioramento dei prodotti igienici femminili sarebbe utile per la salute delle donne in generale. “C’è poca consapevolezza dell’importanza di una buona igiene mestruale e le pratiche scorrette possono influire negativamente sulla salute delle donne”, ha affermato Kaur. “Si tratta di un settore che ha un impatto sulle donne, ma a cui spesso non si presta attenzione”, ha proseguito Kaur. Gli scienziati hanno utilizzato una formula in polvere a base di alginato e glicerolo che, aggiunta a un assorbente mestruale tradizionale, permette al sangue accumulato di trasformarsi in un gel. L’assorbente può quindi assorbire più sangue e perdere meno rispetto a un assorbente tradizionale. “Un assorbente con la formula in polvere assorbe il sangue e, se lo si strizza, non fuoriesce”, ha spiegato detto Hsu, che è anche un affiliato del Fralin Life Sciences Institute. “Ma – ha continuato Hsu – in un normale assorbente mestruale, se si fa lo stesso esperimento, il sangue esce subito”. “Le perdite si verificano 1,2 volte per ciclo”, ha aggiunto Hsu. Quando la formula in polvere viene aggiunta a una spirale di cotone e inserita in una coppetta o in un disco mestruale, anche il sangue raccolto si trasforma in un gel, eliminando il disordine quando si rimuove o si cambia la coppetta o il disco. “Le perdite sono un timore per tutte le donne che usano prodotti mestruali”, ha affermato Champine, che è anche preside associato dell’Edward Via College of Osteopathic Medicine. “Tutte noi ne abbiamo avuto esperienza, con conseguente imbarazzo e perdita di giorni di scuola e di lavoro”, ha dichiarato Champine. “Le utilizzatrici di prodotti mestruali sono sempre alla ricerca di prodotti confortevoli e adatti al loro corpo e ai loro flussi, con un rischio minimo di perdite o di rottura del prodotto mestruale”, ha sottolineato Champine. Quando i prodotti mestruali non sono disponibili o i prodotti sanitari non sono accessibili, le donne possono improvvisare la gestione delle mestruazioni. Queste sostituzioni possono causare più danni che benefici, aumentando le infezioni vaginali.  Nella formula della polvere è incluso un polimero antimicrobico che ostacola la crescita dello Staphylococcus aureus, un batterio associato alla sindrome da shock tossico. Si tratta di una malattia rara ma potenzialmente fatale, causata da un’infezione batterica legata all’uso di prodotti per il ciclo. I risultati dei test indicano che l’inclusione del polimero è stata efficace nell’inibire i batteri, pur non diminuendo la capacità di assorbimento del sangue della formula in polvere. Derivata da fonti naturali, alghe marine e alcool zuccherino, la formulazione in polvere a base di alginato e glicerolo è biodegradabile e sicura da usare. “Si trova ovunque negli alimenti ed è approvato dalla Food and Drug Administration, quindi è considerato sicuro”, ha evidenziato Hsu, membro di facoltà affiliato del Center for Emerging, Zoonotic, and Arthropod-borne Pathogens. “Si trova nel tè boba o nel sushi economico che si trova nei ristoranti”, ha specificato Hsu.  La maggior parte dei prodotti mestruali usati impiega più di 500 anni per biodegradarsi e ogni donna può utilizzare fino a 15.000 prodotti mestruali nell’arco della vita, secondo Hsu, che ha anche sostenuto che i rifiuti di prodotti mestruali delle donne sono uno dei rifiuti più frequentemente raccolti. “Parlando con le pazienti, è diventato evidente che stanno cercando opzioni più sostenibili, ecologiche e riutilizzabili”, ha commentato Champine. “Le donne sono la metà della popolazione e hanno le mestruazioni ogni mese”, ha notato Hsu. “È un processo naturale che influisce drammaticamente sulla qualità della vita e per alcune può essere debilitante”, ha precisato Hsu. Secondo Hsu, il 46% delle donne in Virginia è in età mestruale, ovvero il 26% di tutti i virginiani, a partire dal 2020, e circa un quarto della popolazione totale dello Stato. Anche se le mestruazioni non sono una malattia, hanno un impatto sull’assenteismo sul posto di lavoro e a scuola. “Una donna avrà le mestruazioni per circa cinque giorni ogni 30 giorni nel corso della sua vita, il che equivale a circa 2.200 giorni, o 6,2 anni della sua vita”, ha osservato Hsu. “Per fare un confronto, l’americano medio passa 8,3 anni a guardare la televisione e 4,5 anni a mangiare”, ha aggiunto Hsu. Bataglioli spera in nuove opportunità nella progettazione di prodotti mestruali. “L’uso di biomateriali può ampliare la funzionalità potenziale di questi prodotti mestruali”, ha dichiarato Bataglioli. “Le donne devono affrontare una serie di sfide legate alla salute mestruale e pensiamo che l’uso di materiali funzionali avanzati possa aiutarci a trovare soluzioni innovative”, ha sottolineato Bataglioli. “Penso che la salute delle donne stia diventando sempre più un argomento di ricerca; questo è il mio primo passo in una serie di iniziative per prendersi cura delle donne”, ha concluso Hsu. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.