Roma – Circa una donna su dieci che contrae l’infezione da nuovo Coronavirus durante la gravidanza tende a sviluppare la forma lunga della malattia. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Obstetrics & Gynecology, condotto dagli scienziati dell’Università dello Utah Health. Il team, guidato da Torri Metz, ha arruolato oltre 1500 donne incinte risultate positive per la prima volta durante la gestazione. Il long Covid, spiegano gli esperti, è una problematica che si manifesta con una prevalenza difficile da quantificare, ma spesso si osserva anche nella popolazione giovane e sana. Studi precedenti avevano dimostrato che il Covid lungo colpisce in modo particolarmente acuto le donne in gravidanza, aumentando il rischio di complicazioni per la madre e il feto. Nell’ambito di questo lavoro, gli autori hanno considerato i sintomi auto-riferiti del Covid a distanza di almeno sei mesi dal tampone positivo. Stando a quanto emerge dall’indagine, il 9,3 per cento delle donne che contraggono SARS-CoV-2 durante la gravidanza sperimenta sintomi a lungo termine.
Tra le manifestazioni più comuni, le partecipanti riportano affaticamento, problemi gastrointestinali e sensazione di spossatezza o esaurimento legata alle attività di routine. “Siamo rimasti sorpresi dalla prevalenza di questa malattia nelle donne incinte – commenta David Goff, direttore della Division of Cardiovascular Sciences presso il National Heart, Lung, and Blood Institute del NIH – gravidanza e post-partum sono tra i periodi più vulnerabili nella vita di una donna. Questo studio fornisce importanti spunti per sviluppare potenzialmente interventi mirati per questa fascia di popolazione. Dato che i sintomi del long-Covid possono sovrapporsi con gli effetti stessi della gravidanza, è importante che i medici siano vigili nei confronti delle pazienti che accusano determinate condizioni”. I ricercatori precisano che, sebbene i tassi di Covid lungo siano stati sorprendentemente alti nella coorte, il lavoro potrebbe sottostimare il rischio effettivo della malattia nelle donne incinte. In effetti, i parametri dell’indagine potrebbero aver tralasciato le partecipanti i cui sintomi si sono risolti prima dell’arco di tempo considerato. “Incoraggiamo le persone a parlare con il proprio medico dei sintomi persistenti a seguito dell’infezione – conclude Vanessa Jacoby, dell’Università della California a San Francisco – in modo da ottenere supporto e cure adeguati. Le donne incinte sembrano essere più esposte al rischio di sperimentare manifestazioni acute dell’infezione da Covid-19. Nonostante si tratti di una fascia di popolazione che in linea di massima gode di una salute superiore alla media, i nostri risultati evidenziano l’importanza di considerare i potenziali pericoli dell’infezione e dei suoi sintomi a lungo termine, che possono compromettere la salute delle donne in uno dei periodi più vulnerabili della loro esistenza”. (30science.com)